Lavoro

Cosa prevede il decreto dignità? Il primo provvedimento del governo M5S-Lega in materia socio-economica

Regole più stringenti per limitare il ricorso ai contratti a termine e i licenziamenti; misure contro la pubblicità del gioco d’azzardo; norme per disincentivare le “delocalizzazioni” di imprese all’estero; interventi nel campo delle procedure fiscali

Regole più stringenti per limitare il ricorso ai contratti a termine e i licenziamenti; misure contro la pubblicità del gioco d’azzardo; norme per disincentivare le “delocalizzazioni” di imprese all’estero; interventi nel campo delle procedure fiscali. Sono questi i filoni principali del primo provvedimento del governo M5S-Lega in materia socio-economica, un decreto-legge che il ministro del Lavoro e vicepremier, Luigi Di Maio, aveva da tempo ribattezzato “decreto dignità”. Come tutti i decreti-legge produce effetti immediati ma dovrà essere convertito in legge dal Parlamento entro 60 giorni.

Lavoro. Il limite massimo di durata dei contratti a termine scende da 36 a 24 mesi, con un tetto di 4 proroghe. Per le aziende ogni rinnovo avrà un costo contributivo maggiorato dello 0.5% oltre all’1,4% introdotto a suo tempo dalla Fornero. Dopo il primo contratto di 12 mesi o per i contratti più lunghi, torna l’obbligo di specificare le causali (come incrementi significativi e non programmabili dell’attività, picchi stagionali  o esigenze “temporanee e oggettive” di sostituzione di lavoratori). Le norme valgono anche per i contratti a tempo determinato in somministrazione (lavoro “interinale”). Nel campo dei contratti a tempo indeterminato – o più precisamente “a tutele crescenti” – viene portato da 24 a 36 mensilità il tetto per l’indennizzo dovuto per i licenziamenti senza giusta causa. Una norma ad hoc interviene con una proroga di 120 giorni sulla vicenda degli insegnanti diplomati magistrali (quindi senza laurea) per evitare i licenziamenti che sarebbero scattati in base a una sentenza del Consiglio di Stato e avere il tempo di trovare una soluzione.

Delocalizzazioni. Le imprese che ricevono aiuti statali per investimenti produttivi decadono dal beneficio se spostano all’estero l’attività prima di cinque anni. Il contributo dev’essere restituito con un tasso d’interesse maggiorato (fino a 5 punti in più) e la sanzione che si applica varia da due a quattro volte l’importo ricevuto. Se gli aiuti statali implicano la valutazione dell’impatto occupazionale,  i benefici vengono revocati in tutto o in parte a chi riduce i posti di lavoro nei cinque anni successivi.

Gioco d’azzardo. Viene vietata la pubblicità in qualsiasi forma, anche indiretta. Sono escluse dal divieto le lotterie nazionali a “estrazione differita” (tipo Lotteria Italia). Dal primo gennaio 2019 il divieto sarà esteso anche alle sponsorizzazioni di eventi e manifestazioni. I contratti in essere sono fatti salvi fino al 30 giugno del prossimo anno. Le sanzioni saranno pari al 5% del valore della pubblicità o della sponsorizzazione (con un minimo di 50 mila euro) e saranno comminate dall’Autorità garante delle comunicazioni sia al committente della pubblicità sia a chi la veicola.

Fisco. In attesa dell’annunciata revisione del “redditometro” (il meccanismo anti-evasione che misura la capacità contributiva attraverso l’analisi del tenore di vita) ne viene sospesa l’efficacia per i controlli a partire dall’anno d’imposta 2016. Per lo “spesometro” (il meccanismo anti-evasione che impone a commercianti e artigiani di comunicare elettronicamente al fisco le fatture in entrata e in uscita) scatta il rinvio dal 30 settembre al 28 febbraio del termine per “versare” i dati relativi al primo trimestre di quest’anno. Resta in vigore lo “split payment” (il meccanismo anti-evasione in base al quale le amministrazioni pubbliche trattengono direttamente l’Iva che dovrebbero versare ai loro fornitori, i quali poi a loro volta dovrebbero versarla al fisco) ma vengono esclusi dall’applicazione i professionisti i cui compensi sono assoggettati a ritenute alla fonte a titolo d’imposta o a titolo d’acconto.