Dibattito

Sindone: Di Lazzaro su studio Borini/Garlaschelli, “colature di sangue in laboratorio” non considerano “condizioni realistiche” del “corpo di un crocifisso”

Non è possibile pensare di riprodurre in laboratorio “le condizioni realistiche delle colature di sangue sul corpo di un crocifisso”. Lo sostiene Paolo Di Lazzaro, direttore di ricerca dell’Enea e vicedirettore del Centro internazionale di sindonologia di Torino, in una dichiarazione rilasciata in merito alle informazioni diffuse ieri da quotidiani e televisioni sui risultati di un nuovo studio sulla Sindone curato dall’antropologo Matteo Borrini e dal chimico Luigi Garlaschelli, secondo il quale almeno la metà delle macchie di sangue sarebbe falsa e solo alcune sarebbero compatibili con la posizione di un uomo crocifisso. “L’articolo pubblicato sul Journal of forensic sciences – afferma Di Lazzaro – fa riferimento agli esperimenti condotti dai proff. Borini e Garlaschelli nel 2014, di cui si era già discusso a suo tempo, con l’integrazione di nuovi tentativi sperimentali. Pur contenendo vari elementi di interesse, credo le modalità con cui tali sperimentazioni sono state condotte avrebbero bisogno di integrazioni e specifiche attenzioni, per essere considerate scientificamente valide e autorevoli”. “Le misure delle colature di sangue in laboratorio – spiega il vicedirettore del Centro internazionale di sindonologia di Torino – sono effettuate usando un volontario in buone condizioni di salute sulla cui pelle pulita si è versato sangue fluido contenente un anticoagulante. Queste condizioni a contorno sono molto diverse da quelle presenti sulla Sindone: non tengono infatti conto della presenza sulla pelle dell’uomo della Sindone di terriccio, sporcizia, sudore, ematomi da flagellazione e nemmeno della accentuata viscosità del sangue dovuta alla forte disidratazione”. “Non è possibile – conclude Di Lazzaro – pensare di riprodurre condizioni realistiche delle colature di sangue sul corpo di un crocifisso senza considerare tutti questi fattori che vanno a influenzare in modo importante il percorso delle colature di sangue”.