Cinema
Il Sir insieme alla Commissione nazionale valutazione film della Cei fanno il punto sulle principali proiezioni al Festival. Oltre al film di apertura, “First Man” firmato dal premio Oscar Damien Chazelle – accolto con pareri contrastanti dalla stampa, tra entusiasmi e tiepidi elogi – due titoli hanno segnato senza dubbio la giornata inaugurale: “Sulla mia pelle” e “The Mountain”
Direttamente dalla 75ª Mostra del Cinema della Biennale di Venezia (29 agosto – 8 settembre), il Sir insieme alla Commissione nazionale valutazione film della Cei fanno il punto sulle principali proiezioni della prima giornata (29 agosto). Oltre al film di apertura, “First Man” firmato dal premio Oscar Damien Chazelle – accolto con pareri contrastanti dalla stampa, tra entusiasmi e tiepidi elogi – due titoli hanno segnato senza dubbio la giornata inaugurale del Festival. Parliamo di “Sulla mia pelle” dell’esordiente Alessio Cremonini, sul caso Stefano Cucchi, una produzione Netflix-Lucky Red che apre la sezione Orizzonti, e “The Mountain” di Rick Alverson, opera statunitense in Concorso.
“Sulla mia pelle”
Si concentra sugli ultimi sette giorni di vita di Stefano Cucchi il film “Sulla mia pelle”: dalle ultime ore in famiglia prima dell’arresto per possesso di stupefacenti, al continuo spostamento in differenti luoghi di detenzione, dalla caserma dei carabinieri al carcere “Regina Coeli” sino al reparto dell’ospedale Sandro Pertini. Sette giorni in cui la vita del ragazzo viene stravolta dalle percosse subite durante l’arresto, lesioni che segnano irreparabilmente la sua condizione fisica tanto da condurlo a una improvvisa morte, sotto gli occhi indifferenti e increduli di agenti e personale medico.
“È indubbiamente un esordio incisivo quello di Alessio Cremonini, che gestisce con vigore e padronanza una materia, un caso, che ha lacerato l’opinione pubblica italiana”. Dichiara Massimo Giraldi, presidente della Commissione film Cei, al Lido anche in veste di giurato del premio cattolico Signis. “Alessandro Borghi – afferma Giraldi – offre un’interpretazione intensa e generosa nei panni di Stefano Cucchi, mostrando con il proprio corpo impoverito e sfibrato le tante sofferenze patite dal giovane”.
Un film, rilancia Sergio Perugini, segretario della Cnvf e anche lui al Lido come giurato del premio Signis, “che mostra quel lato disumano della burocrazia, richiamando il cinema di impegno civile alla Ken Loach e il suo ‘Io, Daniel Blake’. In particolare, il regista Cremonini sottolinea lo smarrimento della famiglia Cucchi – bravi Max Tortora, Jasmine Trinca e Milvia Marigliano -, rimbalzata da un ufficio all’altro in cerca di notizie su Stefano senza incontrare tracce di aiuto e solidarietà”. Un film che si rivela, dal punto di vista pastorale, complesso, problematico e certamente adatto per dibattiti.
“The Mountain”
Dal realismo crudo di “Sulla mia pelle” alla visionarietà enigmatica di Rick Alverson in “The Mountain”, che esplora i turbamenti di un giovane che ha perso i propri genitori e si mette al seguito di un medico che pratica la lobotomia nei suoi pazienti nell’America degli anni Cinquanta.
“L’indubbio interesse dell’argomento si infrange contro un approccio narrativo criptico e di difficile comprensione. Il film, infatti, è stato accolto da applausi e fischi durante la proiezione stampa”, afferma Giraldi.
“A bene vedere – sottolinea Perugini – lo stile visivo di Alverson, asciutto e giocato tutto in sottrazione, sembra richiamare la cinematografia del Nord Europa, quello sguardo gelido-amaro del cinema svedese. Seppur il tema di fondo sia valido e originale, la modalità di racconto risulta poco lineare tanto da allontanare l’attenzione dello spettatore”. Dal punto di vista pastorale, il film è complesso e problematico.