Il dossier-Viganò
Noi stiamo con il Papa! Ma non perché siamo papisti ad oltranza, bensì per tradizione, per appartenenza, per sentire comune, per amore verso il successore di Pietro. Ci piace perpetuare la tradizione del nostro fondatore, mons. Igino Bandi, dal quale abbiamo imparato a voler bene al Papa, la tradizione di un suo sacerdote santo, don Luigi Orione e vogliamo accogliere il continuo invito del nostro vescovo, mons. Vittorio Viola, a pregare per il Pontefice
Nel mese di agosto, mentre il nostro giornale non era in edicola, è stato pubblicato dall’arcivescovo Carlo Maria Viganò, ex segretario del Governatorato ed ex nunzio apostolico negli USA, un dossier in cui si accusa il Papa di una presunta omertà su condotte omosessuali dell’arcivescovo emerito di Washington, Theodore McCarrick. Il caso ha avuto una risonanza mondiale perché nelle sue 11 cartelle di “denuncia” Viganò arriva persino a chiedere le dimissioni di Bergoglio che “avrebbe coperto” le condotte immorali di McCarrick al quale Francesco, nelle scorse settimane, ha imposto invece di vivere ritirato e ha tolto la porpora cardinalizia.
I lettori ci chiederanno cosa ne pensiamo. Ebbene: noi stiamo con il Papa! Ma non perché siamo papisti ad oltranza, bensì per tradizione, per appartenenza, per sentire comune, per amore verso il successore di Pietro. Ci piace perpetuare la tradizione del nostro fondatore, mons. Igino Bandi, dal quale abbiamo imparato a voler bene al Papa, la tradizione di un suo sacerdote santo, don Luigi Orione e vogliamo accogliere il continuo invito del nostro vescovo, mons. Vittorio Viola, a pregare per il Pontefice.
Don Orione, in uno dei suo memorabili scritti, diceva: “Dobbiamo palpitare e far palpitare migliaia e milioni di cuori attorno al cuore del Papa: dobbiamo portare specialmente a lui i piccoli e le classi degli umili lavoratori; portare al Papa i poveri, gli afflitti, i reietti, che sono più cari a Cristo (…). Dal labbro del Papa il popolo ascolterà non le parole che eccitano all’odio di classe, alla distruzione e allo sterminio, ma le parole di vita eterna, parole di verità, di giustizia, di carità: parole di pace, di bontà, di concordia, che invitano ad amarci gli uni e gli altri e a darci la mano, per camminare insieme verso un migliore, più cristiano e più civile avvenire”.
Hanno proprio questo sapore le parole che Francesco ha pronunciato sull’aereo nel viaggio di ritorno da Dublino, all’indomani dell’uscita del dossier: “L’ho letto e sinceramente devo dirvi questo: leggete voi attentamente il comunicato e fate il vostro giudizio: io non dirò una parola su questo. Credo che parli da se stesso e voi avete la capacità sufficiente per trarre le conclusioni”. Infine, lunedì mattina, durante la messa in Santa Marta, ha aggiunto: “La verità è mite, la verità è silenziosa”, offrendo in risposta “a chi cerca soltanto scandalo e divisione, silenzio e preghiera”.
(*) “Il Popolo” (Tortona)