Testimonianza

Ognuno è una missione

Papa e vescovi si confronteranno su come accompagnare i giovani nella vita e nelle scelte. Lo faranno forti di quanto raccolto e di nuovi momenti di contatto, come quello fissato per sabato sei ottobre

Ottobre è il mese missionario ed è, quest’anno, il mese in cui si tiene il Sinodo dei vescovi (dal 3 al 28). Due eventi accomunati dal mettere al centro i giovani. Il primo ha per titolo: “Insieme ai giovani portiamo il Vangelo a tutti”, l’altro: “I giovani, la fede e il discernimento”.
È singolare questa attenzione a una parte della società che oggi è più oggetto di critiche che di proposte. Dei giovani si sanno i vizi e le negligenze: la prima è quel primato italiano dei neet, né studenti né lavoratori. Poi ci sono le sperimentazioni sregolate con il fumo, l’alcol, i giochi esasperati, i selfie azzardati e pericolosi, come le cronache ricordano.
La Chiesa va controcorrente: li interpella. In una lettera loro rivolta, Papa Francesco ha scritto, semplicemente e straordinariamente: “Ho voluto che foste voi al centro dell’attenzione perché vi porto nel cuore”. È del gennaio 2017: per il Sinodo che ora si apre si è lavorato a lungo. C’è stato un questionario che è stato fatto compilare alle diocesi, a cui se ne è aggiunto un altro on line al quale i giovani hanno potuto rispondere in serenità e segretezza. Invitati ad un autoscatto dell’anima per farsi conoscere nella verità.
La mole di materiale ricevuta è diventata l’Instrumentum laboris, la base da cui partire. Lo conoscono i padri sinodali – ma è pubblicato e accessibile a chiunque – che convergono a Roma da tutto il mondo. Parleranno di giovani un mese intero, perché come ha scritto Francesco: “Tutti i giovani hanno qualcosa da dire alla Chiesa, ai vescovi e al Papa”.
Papa e vescovi si confronteranno su come accompagnarli nella vita e nelle scelte. Lo faranno forti di quanto raccolto e di nuovi momenti di contatto, come quello fissato per sabato sei ottobre. Papa e padri sinodali li incontrano ad inizio lavori. Lo fanno per ascoltarli e raccoglierne le proposte. Un incontro giovane anche nello stile: con testimonianze dirette ma anche con momenti musicali e artistici. Vogliono conoscerli per come sono davvero, per cercare più efficacemente un dialogo, per comprendere come guidarli in quella sfida, affascinante e ardita, che è vivere una vita piena di gioia e di senso. Cose che i ragazzi cercano.
Hanno cercato testimoni giovani e credibili da offrire come guide. Due tra tutti: il quindicenne Carlo Acutis e la neomamma Chiara Corbella Petrillo. Vinti dal male, eppure fari gioiosi di fede incrollabile.
I giovani tornano anche nell’ottobre missionario che in questi giorni s’avvia. Sapendoli esperti di navigazioni virtuali, Francesco li invita a prendere il largo verso nuove esperienze, a mettersi in ascolto e al servizio degli altri, a non temere quel dono di sé che non svuota ma appaga. Lo hanno sperimentato i ragazzi che, anche dalla nostra diocesi, hanno scelto un’estate col Pem, preferendo l’andare allo stare, l’aprirsi al chiudersi, la vita vera a quella dei social.
Nella lettera per la Giornata missionaria mondiale Francesco ha scritto: “Ogni uomo e donna è una missione. È questa la ragione per cui si trova a vivere sulla terra”. Non ha, ma è. Ogni giovane cuore “sente quanto la vita irrompa e attragga”. La abbracci con una certezza: “Non pensare mai che non hai niente da dare o che non hai bisogno di nessuno. Molta gente ha bisogno di te”.

(*) direttrice “Il Popolo” (Concordia-Pordenone)