Dopo la tragedia
Genova non può continuare ad “arrangiarsi” da sola, anche se tenace, laboriosa e combattiva. Chi ha responsabilità nazionali deve fare la sua parte, seriamente, concretamente e senza più ritardi, come è stato auspicato anche nell’intervento del delegato dell’arcivescovo, don Massimiliano Moretti, cappellano del mondo del lavoro a Genova, pronunciato lunedì 8 ottobre nell’audizione presso la Camera dei deputati in riferimento agli emendamenti al Decreto Genova.
Giovedì 4 ottobre, nel giorno in cui la Chiesa celebrava la festa di san Francesco, patrono d’Italia, il Governo ha comunicato, come previsto dal “Decreto Genova”, il nome del Commissario straordinario per la ricostruzione del ponte Morandi nella persona del sindaco Marco Bucci.
La scelta caduta sul primo cittadino a Genova risulta tardiva oltre che ovvia: Bucci, in qualità di sindaco, conosce le esigenze e i disagi che sta vivendo la città dallo scorso 14 agosto, giorno del crollo del Ponte sul Polcevera.
Ora, dunque, si cominci a lavorare davvero! Occorre infatti arrivare a risposte concrete che Genova da troppo tempo attende e che il Decreto non pare per il momento soddisfare, a meno di importanti modifiche: attende risposte su cosa ne sarà delle case degli sfollati, se e quali saranno i reali indennizzi; attende risposte su quale futuro avranno il commercio e le imprese locali coinvolte.
In tanto disagio per tutta la città e non solo, le autorità locali sono state capaci di concretezza e tempestività nel realizzare in tempi brevissimi la strada alternativa per i camion, nel sistemare gli sfollati, nel riaprire la ferrovia sul Polcevera.
Ma Genova non può continuare ad “arrangiarsi” da sola, anche se tenace, laboriosa e combattiva. Chi infatti ha responsabilità nazionali deve fare la sua parte, seriamente, concretamente e senza più ritardi, come è stato auspicato anche nell’intervento del delegato dell’arcivescovo, don Massimiliano Moretti, cappellano del mondo del lavoro a Genova, pronunciato lunedì 8 ottobre nell’audizione presso la Camera dei Deputati in riferimento agli emendamenti al decreto Genova.
I genovesi, notoriamente schivi e silenziosi, in questi giorni sono scesi in piazza, in maniera pacifica ma determinata: per farsi sentire, per fare in modo di non essere dimenticati e perché si faccia presto.
Bucci ora avrà una doppia veste: oltre che sindaco, sarà anche un rappresentante del Governo a Genova. Avrà il totale sostegno e appoggio della Regione (“Continueremo ovviamente a lavorare al suo fianco” ha detto il Governatore della Liguria Giovanni Toti), ma auspichiamo che possa avere il sostegno di tutte le forze politiche locali e nazionali.
Giovedì 4 ottobre il premier Conte era ad Assisi per le celebrazioni per san Francesco e nel suo discorso ha rivolto un pensiero anche per Genova annunciando il nome del Commissario. Torna alla mente il 4 ottobre dello scorso anno, quando la Regione Liguria offrì ad Assisi l’olio della lampada che arde sulla tomba di san Francesco. E allora fu proprio il sindaco Marco Bucci ad accendere quella lampada a nome di tutti i comuni italiani. Un anno dopo gli auguriamo che la luce del Patrono d’Italia lo illumini in questo delicato compito.
(*) “Il Cittadino” (Genova)