Pedofilia
L’incoraggiamento di Papa Francesco ai vescovi francesi riuniti in assemblea plenaria perché perseverino nella linea della tolleranza zero. E l’appello delle vittime: “Non abbiate paura”. “È quanto stanno chiedendo oggi alla Chiesa”, dice al Sir Vincent Neymon, direttore della comunicazione della Conferenza episcopale francese: “Non aver paura di essere coraggiosi nell’azione”
L’incoraggiamento di Papa Francesco ai vescovi francesi perché perseverino con “determinazione” nell’impegno contro la pedofilia e rimangano fedeli alla linea della “tolleranza zero” contro crimini che hanno lasciato nelle vittime “ferite” che “non conosceranno mai la prescrizione”. È quanto si legge in un messaggio a firma del segretario di Stato vaticano, cardinale Pietro Parolin, che è stato letto a Lourdes ai vescovi francesi riuniti in assemblea plenaria. Un’assemblea quest’anno estremamente calda, seguita dai media nazionali con giornalisti sul posto. Tra i temi in agenda, la questione degli abusi nella Chiesa, alla luce anche dei recenti fatti che sono emersi (da Lione ad Orléans) e sono attualmente al vaglio della giustizia. I vescovi hanno anche incontrato per la prima volta tutti insieme otto vittime di abuso. “In un contesto reso difficile, a causa soprattutto dei gravi errori commessi da alcuni membri della Chiesa – si legge nel messaggio -, il Santo Padre vi incoraggia a perseverare nella lotta contro la pedofilia”. Il Papa – invitando a riconoscere “l’umile fedeltà vissuta nel quotidiano”, da tanti preti, religiosi e religiose – lancia un auspicio: “Che l’accoglienza e l’ascolto delle vittime, le cui ferite non conosceranno mai la prescrizione, possano affermare la vostra determinazione nella messa in atto della tolleranza zero”. Il Sir ha raggiunto telefonicamente Vincent Neymon, direttore della comunicazione della Conferenza episcopale francese.
Le vittime hanno incontrato i vescovi in gruppi da 30, per favorire lo scambio. Come hanno reagito i vescovi ai loro racconti?
Di fronte alle loro testimonianze, i vescovi si sono commossi e sono stati profondamente toccati. Molti di loro avevano già incontrato persone vittime di abuso ma il fatto di averle incontrate tutti insieme ha lasciato un’emozione non più solo personale ma condivisa e collettiva. Era importante che i vescovi potessero accogliere e ascoltare le vittime nella loro assemblea.
Le vittime hanno chiesto ai vescovi “atti concreti”. Cosa esattamente?
Effettivamente le vittime hanno chiesto piste di azione concreta, di natura diversa. Hanno parlato di azioni in parrocchia. Hanno evocato anche la questione di dare una formazione ai vescovi sull’accompagnamento delle vittime e hanno sottolineato l’importanza dell’azione memoriale, come cioè utilizzare il materiale delle testimonianze e delle storie che vengono raccontate e quindi raccolte, per rafforzare i dispositivi di lotta partendo da una migliore comprensione dei contesti e delle ragioni che hanno condotto a questi atti. Le vittime hanno evocato più piste, direttamente legate alla lotta contro la pedofilia e indirettamente finalizzate agli attori che devono condurre questa azione. Spinti dalle loro osservazioni, i vescovi stanno riflettendo sui dispositivi da adottare per una lotta più efficace.
La Francia ha già da tempo messo in atto una serie di iniziative. Su cosa di nuovo esattamente si sta riflettendo?
I vescovi stanno riflettendo sull’istituzione di una Commissione esterna e indipendente che possa aiutare ad accogliere meglio le vittime e capitalizzare in maniera efficace le loro testimonianze.
Una discussione in profondità e a porte chiuse. Tutto ciò sta avvenendo grazie – e questo è evidente – all’incontro di sabato scorso con le vittime.
Papa Francesco ha inviato un messaggio molto forte invitando i vescovi a proseguire senza esitazione sulla linea della “tolleranza zero”. Come hanno reagito i vescovi?
È stato un incoraggiamento.
I vescovi sono in cammino. Non si parte da zero. Ma si sono sentiti confortati dalla parola di Francesco. È molto importante per i vescovi sentirsi da una parte “tirati” dal loro capo che mostra senza incertezze la strada da seguire e dall’altra incoraggiati come vescovi ad agire. È un invito rivolto non solo ai vescovi: come il Papa ha scritto nella sua recente Lettera, questo è un impegno che deve coinvolgere tutto il popolo di Dio. Una parola che è tornata spesso in questa Assemblea è “sinodalità”: è chiaro oggi e lo è sempre di più che la lotta contro la pedofilia sarà efficace quando coinvolgerà le vittime e tutto il popolo di Dio.
Nella loro “dichiarazione introduttiva”, le vittime hanno scritto ai vescovi: “Non abbiate paura”. Quale messaggio la Francia porterà alla riunione di tutti i presidenti delle Conferenze episcopali del mondo indetta da Papa Francesco, a febbraio 2019, sugli abusi?
Mons. Georges Pontier, presidente della Conferenza episcopale francese, ha avuto un momento particolare d’incontro personale con le vittime di abuso che erano presenti qui a Lourdes, per capire e accogliere personalmente la loro testimonianza, e portare poi a nome loro un messaggio al Santo Padre, in occasione dell’incontro di Roma. Questa frase che loro hanno detto ai vescovi – “Non abbiate paura” – credo sia un ottimo riassunto di quanto le vittime stanno chiedendo oggi alla Chiesa.
Non aver paura di essere coraggiosi nell’azione.
Ci sono tante cose che si sono fatte fino ad oggi ma senza dubbio occorre inventare nuovi sistemi e nuove vie di azione, per far emergere la verità, sempre, anche se è dolorosa. Se si ha paura, non si potrà mai conoscere la verità.