In attesa dei decreti attuativi

Piccoli Comuni: Anci, Uncem, Legambiente e “Borghi autentici”, appello al premier Conte per “un’Italia dei paesi e del futuro”

Le quattro associazioni hanno indetto una conferenza stampa a Roma, alla Camera dei deputati, martedì 13 novembre, per chiedere al presidente del Consiglio di intervenire dando un’accelerata all’inter attuativo previsto dalla legge 158/2017 per il sostegno e la valorizzazione dei piccoli Comuni. Infatti, ad un anno dall’approvazione all’unanimità della norma ancora non sono stati individuati i Comuni destinatari della legge. Nel nostro Paese sono oltre 5.500 i piccoli Comuni e vi abitano circa dieci milioni di cittadini italiani residenti

“Accelerare l’iter attuativo previsto dalla legge 158/2017” per il sostegno e la valorizzazione dei piccoli Comuni. È l’appello lanciato, martedì 13 novembre, al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, da Legambiente, Anci, Associazione borghi autentici d’Italia e Uncem, insieme a centinaia di piccoli Comuni, durante una conferenza stampa a Roma, alla Camera dei deputati. “Tale provvedimento, a lunga atteso per la valorizzazione e la salvaguardia dei piccoli Comuni, necessita di essere attuato tramite la definizione di alcuni decreti di competenza interministeriale che individuino i Comuni destinatari della legge anche al fine di predisporre il Piano di riqualificazione ivi previsto, oltre al Piano per l’istruzione destinato alle aree rurali e montane”, si legge nell’appello.Un Paese sempre meno presidiato. “La legge venne approvata all’unanimità nell’ottobre dello scorso anno e pose finalmente le condizioni anche per invertire il trend dello spopolamento che caratterizza gran parte del nostro Paese, sempre meno ‘presidiato’ proprio nelle aree più fragili e soggette al rischio idrogeologico. Occorre un urgente sostegno politico per avviare con determinazione una significativa inversione di tendenza”, sottolineano i firmatari dell’appello. “Vediamo quello che sta succedendo in Italia – ha sottolineato Massimo Castelli, sindaco di Cerignale e coordinatore Anci Piccoli Comuni, intervenendo alla conferenza stampa -. Abbiamo un Paese che ha bisogno di manutenzione”. “I disastri a cui abbiamo assistito negli ultimi tempi succedono anche perché questo non avviene”, ha denunciato Castelli, secondo il quale

“la legge serve anche per manutenere il territorio e tenere le comunità nei luoghi di origine”.

Dal pericolo dello spopolamento ha messo in guardia anche Matteo Bianchi, sindaco di Morazzone e responsabile Aree interne dell’Anci: “Occorre rendere vivi questi territori marginali con opportunità di lavoro e sviluppo”. Bianchi ha anche suggerito di portare sui tavoli europei “la specificità tutta italiana delle aree interne”. “Diamo una prospettiva migliore ai nostri concittadini che vivono nelle aree considerate marginali”, l’invito di Ivan Stomeo, , sindaco di Melpignano e presidente di “Borghi autentici”. Tra le richieste, l’attuazione tempestiva della banda larga.Più risorse. “Senza i decreti attuativi i piccoli Comuni possono fare molto poco, tra l’altro sono ferme anche le risorse”, ha denunciato Edoardo Zanchini, vicepresidente di Legambiente. Nell’appello, inoltre, si chiede non solo di “salvaguardare nella legge di bilancio le risorse non spese degli anni precedenti e già previste per il 2017 e il 2018”, ma di “prevedere risorse ulteriori che portino a una consistenza adeguata quelle a oggi disponibili, 25 milioni all’anno dal 2018 al 2023, per oltre 5.500 Comuni e il 54% del territorio nazionale e circa 10 milioni di cittadini italiani residenti”. Roberto Pella, sindaco di Valdengo e vice presidente vicario nazionale di Anci ha precisato: “Oggi rivendichiamo l’attuazione dei decreti attuativi, ma soprattutto

come Anci chiediamo di schierarci per chiedere risorse aggiuntive per i piccoli Comuni”.

L’Italia del futuro. “La nostra – ha affermato Marco Bussone, presidente dell’Uncem – non è solo una richiesta di soldi, ma chiediamo una strategia politica nuova”. Non a caso nell’appello si chiede di dare “un segnale importante alle comunità locali che vivono e governano gran parte del territorio italiano, ma hanno urgenza di credere che sia ancora possibile progettare e immaginare un futuro in questo terzo millennio anche per i piccoli centri, a benificio inoltre delle grandi areee urbane”. “La legge 158/2017 deve essere usata politicamente perché non sono i finanziamenti a risolvere i problemi dei piccoli Comuni – è stato il parere espresso da Ermete Realacci, presidente della Fondazione Symbola e primo firmatario della legge 158/2017 -.

Il cuore della legge è un cambiamento della politica.

La legge configura una maniera diversa per l’Italia di stare al mondo dal punto di vista economico, dell’immagine che offriamo all’esterno, dei fondamenti del Paese”. Si tratta di “un’Italia non nostalgica, ma di un’Italia che parte dai territori, mantenendo la propria anima e scommettendo sul futuro”. Per Realacci, “la ripresa economica del nostro Paese dipende dalla tenuta e dalla bellezza delle comunità e dei territori”. “Conte accolga l’opportunità di questa Italia dei paesi”, l’appello conclusivo di Massimo Castelli.