Studenti e vacanze
Donare il proprio tempo è un’occasione insostituibile di educazione all’aiuto fraterno per noi e per le nuove generazioni. Perciò il tempo di Natale, liberi da gran parte degli impegni di studio, è quantomai propizio per fare l’esperienza del volontariato
A Natale non stare sul sofà: fai volontariato. E trasgredisci un po’ a quello che dice il ministro della pubblica Istruzione Bussetti: prendi in mano qualche libro e studia.
Ci verrebbe da consigliare questo, rivolgendoci ad uno studente. Bussetti, nei giorni scorsi, ha detto: “Vorrei sensibilizzare il corpo docente e le scuole ad un momento di riposo degli studenti e delle famiglie. Auspico che vengano diminuiti i compiti durante le vacanze natalizie”.
In realtà – precisiamolo – il ministro non ha incitato alla pigrizia. Alla scuola dei libri, ha detto, si sostituisca la scuola di vita. Cioè “coltivare le amicizie, dedicarsi alla lettura ma anche fare movimento; poi dedicarsi ai propri hobby e andare a vedere delle mostre”.
Bene. In questo invito, che ha del buono, ci pare siano insiti un punto debole e una carenza.
Il punto debole: quello che i ragazzi colgono immediatamente è l’invito a non prendere in mano i libri per quindici giorni. Tradotto, per loro, significa non fare nulla.
Perché sulla seconda parte dell’invito del ministro – gite, mostre, perfino amici… – si glissa. E se non c’è una famiglia che preme e spinge in quella direzione, la meta delle vacanze rischia di diventare il divano. Con accompagnamento di cellulare e televisione. Anche perciò siamo convinti che non sia il caso di abbassare troppo l’asticella dei compiti…
Ma non solo: da un po’ di tempo è passata l’idea che la formazione debba essere fatta sempre meno con i libri e sempre più con l’esperienza. Anche qui c’è del buono, ma stiamo attenti a non passare da un estremo all’altro. Le nozioni e le idee che si apprendono dai libri non sono inutili; anzi, sono essenziali. E complementari a quanto si apprende con l’esperienza.
Ed è vero che la vita inizia quando il libro si chiude; ma se il libro non è mai stato aperto, anche la vita fatica ad iniziare.
La carenza, nell’invito del ministro, è nel non aver citato un’opzione importante per trascorrere bene il tempo delle vacanze natalizie. Se lo sarà dimenticato e perciò l’aggiungiamo noi: il volontariato.
Donare il proprio tempo è un’occasione insostituibile di educazione all’aiuto fraterno per noi e per le nuove generazioni. Perciò il tempo di Natale, liberi da gran parte degli impegni di studio, è quantomai propizio per fare l’esperienza del volontariato.
Anche la nostra diocesi propone occasioni da cogliere al volo: partecipare all’organizzazione e alla realizzazione del pranzo di Natale al Centro Urbani di Zelarino (vedi pag. 12) è un esempio. Un altro è aiutare gli altri (e se stessi) a vivere bene la notte di San Silvestro: in più centri del nostro territorio (vedi sempre a pag. 12) si stanno mettendo in piedi feste che abbinano l’allegria alla fraternità e all’esperienza di un’umanità vera e non frivola. Perciò, ragazzi, non pensate al sofà…
(*) Gente Veneta (Venezia)