Settimanali cattolici

Un Momento lungo un secolo

Cento anni fa veniva pubblicato il primo numero de “Il Momento”, oggi settimanale della diocesi di Forlì-Bertinoro. Il primo editoriale di allora, firmato da mons. Giuseppe Prati, l’indimenticato don Pippo, era la sintesi del suo progetto, un programma che vedeva al centro l’essere “italiano e cristiano”, punti di riferimento ancora validi ad un secolo di distanza

Impone il programma una franca e leale professione di fede. Noi siamo cattolici e, come tali, prendiamo dal cristianesimo, nella sua genuina tradizione, la Romana, l’ispirazione e la forza per la nostra attività e per la nostra vita. Banditore di libertà e di giustizia, si diffuse nel mondo
il cristianesimo e ispiratore di libertà e di giustizia, porta oggi nel mondo la pace aspettata. Sono quindi la libertà e la giustizia il nostro desiderio, la nostra aspirazione.
Libertà e giustizia per la Nazione, per cui, lontani da ogni pregiudiziale politica e da ogni fanatismo, siamo lealmente, intensamente italiani, lieti di aver portato e di portare il nostro valido contributo alla grandezza nazionale. Libertà e giustizia per le classi, per cui, lontani da rancori e da odii, volendo e promovendo il bene delle classi più umili e più lungamente soggette, siamo profondamente democratici.
Libertà e giustizia per i partiti, per cui, lontani da ogni settarismo, vogliamo il rispetto alle persone e alle idee, pur combattendo per i nostri principii. Sotto la luce di questi ideali, noi vogliamo cooperare alla soluzione dei grandi problemi che interessano la società, perché libertà e giustizia sono le garanzie della pace, sono la pace di ogni momento.
Cattolici dunque: e per questo italiani, non imperialisti; democratici, non rivoluzionari; ubbidienti, non venduti; rispettosi, non schiavi; liberi, non ribelli.
Allo svolgimento di questo programma attenderemo man mano con tutte le forze, per tutta la vita, concretizzandolo nei vari problemi religiosi, politici, economici, sociali: e vi attenderemo con tanto più ardore, in quanto siamo sicuri di volere il vero bene della Patria e delle classi; confortati anche dalle benedizioni di Dio, che ci vengono con l’approvazione dell’Autorità religiosa.
Così inauguriamo il nuovo anno, così intraprendiamo un nuovo lavoro, che, se pur pesante e pieno di pericoli e di responsabilità, ci sembrerà leggero nella coscienza di ben fare: così ad amici e ad avversari presentiamo il saluto augurale e il saluto dell’armi.
Per la Fede, per la Patria, per il Popolo!