Amibiente
C’è un’ondata che rischia di sommergerci tutti ed è quella del mare di rifiuti, di plastica in particolare che sta saturando i nostri mari, nostri perché sono a pochi chilometri da noi e nostri perché la nostra esistenza dipende anche dal loro stato di salute. È strano, curioso, anzi preoccupante, che così poco se ne parli
C’è un’ondata che rischia di sommergerci tutti. E non è quella dei migranti di cui si parla in abbondanza, non sempre centrando il cuore del discorso. Perché un problema migranti c’è ed è di epiche dimensioni, ma ci si concentra di più sulle conseguenze nei Paesi che li accolgono (o non li accolgono) piuttosto che sulle cause che portano a questi spostamenti di massa. C’è un’ondata che rischia di sommergerci tutti ed è quella del mare di rifiuti, di plastica in particolare che sta saturando i nostri mari, nostri perché sono a pochi chilometri da noi e nostri perché la nostra esistenza dipende anche dal loro stato di salute. È strano, curioso, anzi preoccupante, che così poco se ne parli, che il tema ambiente sia ancora tutto sommato un argomento da “tempo libero” sul tavolo politico nazionale e internazionale. Esistono partiti politici che nel loro “manifesto” hanno uno o due punti chiari, ben precisi, di quelli che vanno alla pancia della gente. E non esiste più o quasi una forza politica e di opinione che metta al primo posto il tema ambiente che è spesso e volentieri relegato alle “varie ed eventuali”. C’è il tema sicurezza, meno quello della sicurezza del cibo che mangiamo e dell’aria che respiriamo. C’è il tema delle sanzioni nei confronti chi sbaglia, molto meno quello dell’educazione a stili di vita compatibili con la salute del pianeta.
Che poi è la nostra. La plastica che soffoca i nostri mari e i nostri pesci, lo smog che rende i nostri cieli una camera a gas sembrano non interessare così tanto. E neppure fare molta paura. Fa paura se tutto questo diventa un maggior costo e non sempre ciò si traduce in una “paura educativa”. Con il risultato che spendendo di più ci si sente legittimati ad inquinare ancora di più. Sembra mancare del tutto la consapevolezza che andando avanti di questo passo, tra poco, molto poco, saremo tutti profughi in cerca di un paese in cui emigrare per sopravvivere. Senza più un porto sicuro, una terra incontaminata. In fuga dal nostro nemico. Noi stessi
(*) direttore “La Fedeltà” (Fossano)