Una storia di successo
Fondato a Padova nel 1919, l’Istituto Barbarigo spegne 100 candeline. Intervista a tutto campo con il rettore Cesare Contarini che ne delinea i tratti, spiega il “segreto” del suo successo nonostante la crisi delle scuole paritarie, e illustra i progetti futuri
L’ Istituto Barbarigo, scuola della diocesi di Padova, istituito nel 1919 dal vescovo Luigi Pellizzo, compie 100 anni. Attualmente comprende la Secondaria di primo grado, i Licei classico e scientifico (anche nell’opzione scienze applicate) e l’Istituto tecnico economico (ex Ragioneria). A guidarlo è don Cesare Contarini, già direttore de “La Difesa del Popolo”, nominato nel 2009 dall’allora vescovo di Padova Antonio Mattiazzo. Le celebrazioni per l’anno del centenario si sono aperte lo scorso 21 settembre con la Messa di inizio anno. Per la ricorrenza è stato pubblicato un bel volume, racconto per parole e immagini di un’avventura didattica che dura da un secolo e si proietta verso il futuro.
Don Contarini, che cosa ha rappresentato in questi 100 anni e che cosa rappresenta ancora il Barbarigo per la diocesi, la città e il territorio?
Un “bene comune”, un segno privilegiato dell’impegno e della tradizione educativa della Chiesa diocesana. Nella sua storia secolare il Barbarigo ha contributo a forgiare illustri personalità impegnate poi nella nostra realtà sociale e nel mondo (imprenditori, amministratori pubblici, ambasciatori, docenti universitari, missionari, politici, musicisti, sacerdoti…), e anche oggi intende proporre percorsi e stili educativi sempre più all’altezza delle esigenze dei giovani e delle famiglie del ventunesimo secolo.
Di fronte alle trasformazioni sociali e culturali in corso e alle difficoltà che le circa 8 mila scuole cattoliche oggi devono affrontare, in particolare per una parità più sulla carta che nei fatti, qual è il “segreto” di un successo che dura da un secolo?
Il Barbarigo, in quanto scuola paritaria e cattolica, ha una sua propria impronta, uno stile formato nei decenni e rimodulato secondo i tempi e le persone. Ci sono sì i documenti ufficiali, ma c’è anche una specie di “ambiente di apprendimento” più generale, fatto di clima e relazioni, partecipazione e senso di familiarità, accoglienza e libertà creativa che si tramandano rinnovandosi via via con il mutare delle generazioni.
La serietà della proposta educativa e il coraggio di “guardare avanti”
(innovazione si chiama oggi) hanno sempre caratterizzato la nostra scuola e sono ancor oggi il segreto della stima e dell’apprezzamento delle famiglie e degli studenti.
Più in generale, qual è lo stato di salute della scuola paritaria in Veneto?
In un contesto tradizionalmente ricco di scuole paritarie, ci sono istituti che “tengono” bene nonostante la crisi economica e la concorrenza di nuove proposte formative, alcuni mostrano anche capacità e coraggio d’innovazione (per esempio nei licei quadriennali), qualche altro boccheggia o chiude. Serve lungimiranza dei gestori (diocesi e congregazioni religiose) per impostare percorsi aperti al futuro e per …reperire i fondi necessari a sostenere e migliorare ambienti e attività didattiche. Serve la sensibilità delle comunità cristiane verso istituti che hanno fatto storia (locale) e seminato tanto bene, in modo da attivare sinergie e condivisioni utili a tutti.
Tornando al Barbarigo, quali i vostri punti di forza e la vostra mission?
La nostra mission è la formazione culturale, civica e umana di ragazzi e giovani d’oggi,
figli della contemporanea società “mondiale”, rendendoli capaci di inserirsi in un mondo in continua trasformazione, di cogliere le opportunità di impegno sociale, professionale e umano, di interpretare un significativo universo valoriale di riferimento ispirato all’antropologia cristiana. I punti di forza stanno soprattutto nell’attenzione personalizzata a ogni studente e studentessa, nel dialogo costante con la famiglia, nel clima inclusivo e sereno della vita scolastica, oltreché nella serietà della proposta didattica e formativa.
Come si articola il vostro progetto educativo?
Scuola, scuola cattolica, scuola cattolica diocesana e scuola per il territorio: le attività quotidiane e le iniziative straordinarie del progetto educativo ruotano attorno a questi poli di riferimento.
Ci sentiamo chiamati a uno stile educativo capace di valorizzare ogni singolo alunno,
riconoscendone la piena soggettività, la dignità e la libertà personale, la valorizzazione dei talenti e delle aspirazioni.
Che cos’è per lei l’educazione quali sfide pongono oggi i giovani?
I giovani di tutti i tempi chiedono adulti accoglienti e propositivi, capaci di proposte esigenti e insieme di “misericordia”, attenti a ciascuna persona. Particolarmente stimolante per me sacerdote,
la sfida che sento forte è far percepire il “di più” che viene dall’ispirazione cristiana
non solo attraverso le parole ma con gli atteggiamenti e comportamenti quotidiani, lo stile globale della scuola in tutte le sue componenti.
Che ruolo ha la famiglia nel vostro progetto educativo?
Poiché il compito educativo dei genitori è inalienabile e non delegabile, il patto educativo tra scuola e famiglia si fonda sulla fiducia reciproca, sulla disponibilità al dialogo e sulla coerenza fra scelte e comportamenti, in un’ottica di partecipazione attiva e responsabile alla vita della scuola.
Chiedo ai genitori di sentirsi non utenti o clienti, ma appunto “di casa”, in famiglia.
Pensate sia importante – o lo avere già fatto – attivare sinergie con altre realtà formative e, più in generale, con il territorio? Se sì, in che modo?
Il Barbarigo ha rapporti di collaborazione e partnership con università e associazioni datoriali, realtà culturali, ospita associazioni e gruppi… L’alternanza scuola-lavoro ha contribuito ad allargare le relazioni ed entrare in rapporto con altre realtà, pubbliche e private. Tanti nostri ex allievi aprono finestre sul mondo, grazie al racconto delle loro esperienze e percorsi di vita. Ci sentiamo dentro la città, nel territorio, in un orizzonte ormai globalizzato.
Quali i prossimi progetti?
Nella linea dell’innovazione didattica saranno da progettare, avviare e sperimentare le nuove discipline introdotte per il 2019-20 e individuare progetti e percorsi personalizzati nella logica di rispondere agli “obiettivi di vita” dei singoli studenti. I recenti interventi edilizi, che hanno rinnovato e abbellito l’istituto hanno riconsegnato spazi da abitare e rendere funzionali, con creatività mi auguro. Il vescovo Claudio Cipolla, in occasione del Centenario, ha chiesto che “il Barbarigo riesca a testimoniare sempre meglio l’impegno della Chiesa padovana nel quotidiano compito educativo e nella costante attenzione agli adolescenti e ai giovani; che sia sempre più scuola inclusiva, dove l’eccellenza di ciascuna persona sia espressa non dai successi e tantomeno dalle potenzialità economiche, ma dall’impegno, dal senso di responsabilità, dalla disponibilità a diventare ogni giorno un po’ migliori per il bene di tutti”.
Ora attendiamo qualche consegna dalle parole di papa Francesco, che incontreremo in udienza sabato 23 marzo.