Società

C’è fuoco e fuoco

Un po’ come capita nel nostro tempo: siamo distratti e Dio non pare faccia parte dei nostri pensieri

foto SIR/Marco Calvarese

Nell’omelia per la festa della Madonna del Fuoco, il vescovo mons. Corazza ha sottolineato il tema del fuoco nei suoi diversi significati. Il fuoco della prima lettura, del roveto ardente di fronte a cui si trova Mosè, è un fuoco che non consuma, che certamente illumina e rivela, pur nell’idea della trascendenza: al fuoco non ci si avvicina più di tanto. La ripetizione del nome da parte di Dio è particolare, come se Mosè fosse distratto o incapace di udire. Un po’ come capita nel nostro tempo: siamo distratti e Dio non pare faccia parte dei nostri pensieri. Dio rivela il suo nome, Yahweh, alla richiesta, ma poi insiste sul motivo della rivelazione, che è la liberazione del suo popolo. Dio è un liberatore che salva il popolo dalla schiavitù dell’Egitto.
Nella sua omelia, il vescovo ha sottolineato come nell’incendio della scuola in cui era appeso il quadretto della Madonna questo non finì bruciato. La sua riflessione si è sviluppata da un fatto: in ogni catastrofe, come è in questo caso il fuoco, c’è sempre un punto da cui ripartire. Non c’è stata una riflessione sulla situazione attuale, ma a molti è venuta in mente la crisi e le sue devianze, la globalizzazione finanziaria a cui è seguita quella del popoli. Mons. Corazza ha indicato il punto di partenza nella fraternità, nello scoprirci fratelli, figli di Dio e della vergine Madre. A lei Gesù sulla croce affida Giovanni l’apostolo e viceversa affida l’apostolo, e in lui tutti noi, a lei. Così il vescovo ha ripreso il concetto di fraternità, che è l’indicazione pastorale su cui ha impostato la sua azione fra noi. L’invito è a superare rancori, discordie, gelosie, invidie. A chi non verrebbero in mente le parole della ricerca Censis, da cui emerge un peggioramento del comune sentire: si è passati dal rancore alla cattiveria. La Chiesa si muove al contrario, così possiamo intendere la visita del Papa negli Emirati Arabi, il cui tema è appunto la fratellanza universale. Ha detto Papa Francesco in un tweet: “Sono in partenza per gli Emirati Arabi Uniti. Mi reco in quel Paese come fratello, per scrivere insieme una pagina di dialogo e percorrere insieme sentieri di pace”. In quei Paesi c’è solo un 10% di cristiani, per lo più composto da lavoratori immigrati. Eppure, l’avvenimento è così sentito che il governo ha concesso un giorno di vacanza. L’attesa è grande, sia a livello di autorità ufficiali, sia di quelle accademiche, sia di popolo. Il discorso del grande imam di Al Azhar al Papa è un fatto che, secondo il cardinale segretario di Stato mons. Parolin, cambia le prospettive del dialogo interreligioso.

(*) direttore “Il Momento” (Forlì-Bertinoro)