Politica e società
È da apprezzare lo sforzo di un mutamento di prospettiva; ma gli interrogativi sugli effetti realmente positivi dei provvedimenti adottati sembrano restare tutti
“Un Paese con più lavoro, che guarda al futuro, un futuro fatto di cittadini che hanno pari dignità. Che riscopre il senso di comunità e torna a crescere … Una cosa è certa: nessuno resterà più indietro”. Queste alcune affascinanti espressioni contenute nella nota dei senatori del Movimento 5 Stelle, mercoledì 27 febbraio, a commento dell’approvazione da parte di Palazzo Madama del decretone con le misure applicative sul Reddito di cittadinanza e su Quota 100 per le pensioni. E, mentre Di Maio esulta affermando di essere “molto, molto soddisfatto”, i suoi senatori ci spiegano che si tratta di una vittoria del Movimento che per anni si è battuto dentro e fuori dai Palazzi per queste due misure, ma “soprattutto una vittoria di tutte quelle persone dimenticate dalle politiche dei vecchi governi che hanno aumentato le disuguaglianze e l’esclusione sociale”.
“Da adesso – profetizzano – non sarà più così: con il reddito di cittadinanza permettiamo a 5 milioni di persone che vivono in povertà assoluta di rialzare la testa, iniziando un percorso di formazione e riqualificazione per ottenere un nuovo lavoro”. La prospettiva, stando alle parole, è senz’altro condivisibile ed entusiasmante. Viene anzi precisato che ora il decretone passerà alla Camera dove – con un cammino ancora più semplice per il governo – sarà ulteriormente migliorato. Si sottolinea pure che con l’altro provvedimento – Quota 100 – viene superata la “nefasta legge Fornero”.
Tutto davvero positivo, foriero di grandi progressi sociali per tutti! Chi potrebbe non sottoscrivere un tale programma di “crescita” complessiva del Paese? Sennonché, contemporaneamente, dalla Commissione europea giunge il monito sul fatto che il nostro governo con la manovra economica in corso “rovescia le riforme importanti fatte in precedenza” e proprio gli squilibri eccessivi che si vengono a creare costituiscono un “ostacolo alla crescita”. Sarebbe certo preferibile sposare l’entusiasmo dei senatori 5 Stelle e certamente una maggiore attenzione per quanti sono “rimasti indietro” è necessaria e urgente; ma, purtroppo, le previsioni sembrano andare in altra direzione, poiché è chiaro che se non si mobilitano forze e meccanismi virtuosi che procurino il fieno necessario ad incrementare la disponibilità economico-finanziaria a favore del ragionevole e giusto sostegno per i meno fortunati, non ce ne sarà neanche per loro.
È da apprezzare lo sforzo di un mutamento di prospettiva; ma gli interrogativi sugli effetti realmente positivi di tali provvedimenti sembrano restare tutti. L’auspicio del M5S (e della Lega) è che non si scoprano troppo le falle prima delle elezioni europee. Ma la sensazione dei cittadini – a giudicare anche dalle recenti prove elettorali – sembra altra.
(*) direttore “Nuova Scintilla” (Chioggia)