Rivoluzione digitale

La società dei polpastrelli

Il digitale richiama alle dita che si usavano (imperfetto che richiama un tempo ormai passato) sul pc nello stare nei social, prima che tutto si spostasse sul cellulare. Oramai, tutto funziona per mezzo dei polpastrelli dei pollici: si usano per scrivere. Se non ci credete, state in qualsiasi piazza, studio medico, aula scolastica, la vostra stessa casa

Ogni generazione, fin dall’antichità, ha avuto la propria caratteristica unica e significativa. L’invenzione della ruota ha cambiato il mondo nel trasporto, nel lavoro, nella dinamica quotidiana. Questa invenzione rimane talmente valida oggi che il trasporto commerciale si è spostato quasi totalmente dalla rotaia alla gomma, con tutti i problemi del caso circa l’inquinamento. L’invenzione del sistema alfabetico, rispetto a quello geroglifico, ha talmente modificato sistema comunicativo da rimanere negli ultimi due-tre millenni il sistema vigente per tutto il mondo. La stampa è stato il passaggio fondamentale per una divulgazione del sapere plebiscitario e aperto. Se il 1492 con la scoperta dell’America è stato un anno fondamentale aprendo il sipario su un nuovo mondo, il 1455 rappresenta la rivoluzione più grande della storia attraverso la stampa della Bibbia operata da Gutenberg. Qualcuno starà già pensando giustamente alla rivoluzione industriale e al motore a vapore. Sono passi importanti verso la modernità. Penultima tra le grandi rivoluzioni è la tecnologia digitale. Il personal computer e, soprattutto, internet ha modificato il mondo contemporaneo. Eppure questo elemento digitale, nel senso etimologico del termine sembra essere già superato dagli smartphone. Il digitale richiama alle dita che si usavano (imperfetto che richiama un tempo ormai passato) sul pc nello stare nei social, prima che tutto si spostasse sul cellulare. Oramai, tutto funziona per mezzo dei polpastrelli dei pollici: si usano per scrivere. Se non ci credete, state in qualsiasi piazza, studio medico, aula scolastica, la vostra stessa casa. Noi stessi siamo contagiati dalla sindrome dei polpasterelli… si tratta di un rivoluzione. Tutto passa attraverso quei polpastrelli: acquisti on-line, comunicazione, informazione, ricerca, messaggi istituzionali…

(*) direttore de “L’Arborense” (Oristano)