Friday For Future
Tantissimi giovani hanno manifestato venerdì scorso in oltre duemila località dei cinque continenti del nostro pianeta. Qualcuno ha voluto minimizzare l’evento mondiale parlando di proteste di “ragazzini”. Non riusciamo a comprendere come si possa sminuire la spontaneità e l’entusiasmo di giovani generazioni che invitano il mondo adulto a non “rubare loro il futuro” distruggendo l’ambiente che dà a tutti la vita. Tra l’odio, la morte e la vita siamo chiamati a scegliere: e se la scelta è per la vita, allora è il momento di agire, di alzarci dalla nostra comoda poltrona per passare dalle parole ai fatti
Le luci sono già spente e la corsa alla ricerca di nuovi eventi fa passare addirittura nel dimenticatoio la giornata di venerdì scorso 15 marzo. Giornata che è entrata a far parte della nostra storia e che, nel contempo, non può lasciarci con un semplice ricordo. Nella stessa giornata due eventi hanno segnato fortemente tutti noi, un primo evento positivo ed un altro negativo: il primo di vita e l’altro di morte. Il primo evento, quello positivo, vede protagonista una giovane di sedici anni, Greta Thunberg, che ha dato vita ad un movimento giovanile mondiale che è sceso in piazza per invitare tutti a restituire la vita al nostro Pianeta malato. L’altro vede protagonista un giovane di 28 anni che semina la morte in due moschee in Nuova Zelanda. La ricerca per una vita a misura d’uomo ed il dramma di chi pretende di avere l’autorità di togliere la vita stessa ad altri esseri umani sono realtà che non possono non coinvolgerci in un’azione immediata e diretta. Da un lato reagire di fronte a qualsiasi tentativo di violenza nei confronti della persona umana e dall’altro diventare costruttori di una nuova vita custodendo nel modo migliore il Creato che ci è stato affidato.
L’odio, comunque si voglia mascherare, non può portare ad altro se non alla distruzione, mentre avere cura dell’ambiente in cui viviamo non può portare ad altro se non ad un vita migliore. Questo ultimo messaggio è stato quello dei tantissimi giovani che hanno manifestato venerdì scorso in oltre duemila località dei cinque continenti del nostro pianeta. Qualcuno ha voluto minimizzare l’evento mondiale parlando di proteste di “ragazzini”.
Non riusciamo a comprendere come si possa sminuire la spontaneità e l’entusiasmo di giovani generazioni che invitano il mondo adulto a non “rubare loro il futuro” distruggendo l’ambiente che dà a tutti la vita. Tra l’odio, la morte e la vita siamo chiamati a scegliere: e se la scelta è per la vita, allora è il momento di agire, di alzarci dalla nostra comoda poltrona per passare dalle parole ai fatti.
Padre Enzo Fortunato, direttore della sala stampa del Sacro Convento di Assisi, in occasione della manifestazione dei giovani del 15 marzo ha detto “San Francesco sarebbe in piazza con i giovani che chiedono agli adulti e ai governi di agire”.
Lo stesso Papa Francesco ha offerto a tutti noi uno straordinario strumento di riflessione: l’enciclica “Laudato sì” pubblicata nel 2015.
Non è un opuscoletto da mettere in libreria per accumulare ulteriore polvere, bensì un valido strumento per aiutarci nell’azione quotidiana, anche nelle piccole cose e, tra queste: “evitare l’uso di materiale plastico o di carta, ridurre il consumo di acqua, differenziare i rifiuti, cucinare solo quanto ragionevolmente si potrà mangiare, trattare con cura gli altri esseri viventi, utilizzare il trasporto pubblico o condividere un medesimo veicolo tra varie persone, piantare alberi, spegnere le luci inutili …”. Un esempio per tutti: la comunissima nostra acqua solo per il 10% viene utilizzata per gli usi domestici. Il rimanente per il 70% è utilizzata per l’agricoltura ed il 20% per l’industria. Necessita un’inversione di rotta, altrimenti veramente “ruberemo il futuro” ai nostri figli.
(*) direttore “L’Araldo Abruzzese” (Teramo-Atri)