“Un pellegrinaggio di fiducia con tutte le Chiese in Libano”. Così frère Alois, priore di Taizé, in un’intervista, presenta il primo incontro ecumenico internazionale dei giovani, iniziato a Beirut ieri e organizzato dal Consiglio delle Chiese del Medio Oriente e dalla Comunità di Taizé. Presenti nella capitale libanese oltre 1.600 giovani. Il 25 marzo in programma anche un incontro con i musulmani, in occasione della festa dell’Annunciazione. “Maria è un legame tra di noi, ci riunisce in questo giorno”. “Oggi ci sono tante divisioni che diventano profonde e tante paure. In Europa abbiamo paura degli altri, dei migranti, ma possiamo superare questa paura, che è comprensibile ma la migrazione è un segno del tempo di oggi. E dobbiamo essere aperti a questo. Altrimenti non viviamo il Vangelo”. Soffermandosi sull’ospitalità dei libanesi, che “è molto grande”, frère Alois dice che “hanno il cuore aperto”. “Così anche i giovani che vengono dall’Europa sono numerosi e possono vivere questa ospitalità. Ciò cambia i cuori”. Parlando dei rapporti con l’Islam, il priore di Taizé considera “molto bella” la celebrazione comune, ma “questo in Europa è più difficile da immaginare”. Infine, sulle difficoltà dei giovani ad andare avanti nella vita, frère Alois incoraggia alla “fiducia”. “È importante nella Chiesa avere non solo sacerdoti e religiosi, ma anche laici disponibili ad ascoltare”.