Dopo quanto successo a Minerbe
Quanto successo a Minerbe – dove alcuni giorni fa una bambina di 8 anni alla mensa scolastica, mentre i compagni si sono visti arrivare il consueto piatto di pasta, ha avuto come pranzo una scatoletta di tonno e dei cracker perché la famiglia non ha pagato per il servizio – è emblematico di un preoccupante scivolamento che sta avvenendo più o meno consapevolmente (anche) nel nostro Paese dove l’umanità e la pietà (tipiche nel passato delle nostre terre) sembrano un lusso che si possono permettere solo i cosiddetti buonisti
Minerbe, paese del Veronese di quasi cinquemila abitanti, tra Legnago e Cologna Veneta. Da qualche giorno è assurto agli onori (si fa per dire) della cronaca per la scelta del sindaco leghista Andrea Girardi di sanzionare una famiglia marocchina che non pagava la mensa scolastica della figlia di 8 anni, nonostante vari tentativi di agganciare i genitori e concordare con loro una modalità per gestire l’insolvenza.
Il problema è che chi ha “pagato” è stata la bambina di otto anni. Dieci giorni fa, infatti, alla mensa scolastica la piccola, mentre i compagni si sono visti arrivare il consueto piatto di pasta, ha avuto come pranzo una scatoletta di tonno e dei cracker. Il pianto della bimba è stata la reazione che ha fatto scoppiare il caso. “I soldi si trovano, è una questione di principio” ha spiegato qualche giorno fa il primo cittadino al quotidiano “La Repubblica”. Già, questione di principio. Dipende quale.
Il rispetto delle regole è sicuramente uno dei cardini sui quali si regge uno stato di diritto. Bisogna capire se è un principio assoluto oppure se deve contemperarsi tenendo conto anche di altri riferimenti valoriali quali ad esempio la dignità della persona e la tutela di chi è più fragile (come i bambini). Questi non sembrano essere stati princìpi che hanno attraversato la mente del sindaco di Minerbe e così la piccola incolpevole si è trovata a subire un’umiliazione che si ricorderà a lungo.
L’esempio è emblematico di un preoccupante scivolamento che sta avvenendo più o meno consapevolmente (anche) nel nostro Paese dove l’umanità e la pietà (tipiche nel passato delle nostre terre) sembrano un lusso che si possono permettere solo i cosiddetti buonisti. Ma è davvero così? Forse bisognerebbe considerare che le regole, se non sono accompagnate da una buona dose di umanità e pietà, possono diventare crudeli e profondamente ingiuste.
Corrisponde a giustizia e a umanità che per una mancanza degli adulti debba pagare un bambino?
Nella stagione del “reddito di cittadinanza” che dovrebbe tener conto di situazioni endemiche di povertà umana e sociale, che spazio (e che trattamento) hanno le persone in queste condizioni? Sono situazioni, solitamente, difficili, senza una soluzione pienamente razionale e legale che vanno affrontate con umanità e prima ancora con buon senso.
Molti gli esempi purtroppo che ci interpellano (come italiani ed europei) a partire dalla nave tedesca Alan Kurdi in mare da sette giorni con 81 persone a bordo tra cui dodici donne e due bambini. C’è il principio sacrosanto dell’assunzione di responsabilità comune a livello europeo. Ma fino a che punto ci si deve spingere con questo principio? A costo di far soffrire e morire queste persone?
La vicenda di Minerbe comunque sembra destinata a risolversi positivamente grazie alla generosità del giocatore dell’Inter Antonio Candreva che si è impegnato a saldare i conti non solo della famiglia marocchina ma di tutti e trenta i casi insolventi che il Comune ha segnalato.
Un bel gesto. Senza dubbio. Che fa risaltare, però, un altro aspetto sul quale ci si dovrebbe interrogare davvero: la sperequazione sempre maggiore che esiste anche in Italia tra chi ha moltissimo e chi non ha neanche per poter pagare la mensa al figlio. Candreva (come molti altri giocatori di serie A) guadagna 2,2 milioni netti all’anno (senza contare possibili altri guadagni da pubblicità o altro), vale a dire più di 183mila euro al mese, più di seimila euro al giorno. E potremo fare esempi ancora ben più eclatanti (e scandalosi).
Stando così le cose non ci sarebbe da stupirsi se alle elezioni europee ci fosse un nuovo partito “Cracker, tonno e un po’ di umanità” il cui programma fosse anche solo “Per un po’ più di umanità e di giustizia per tutti”.
(*) direttore “La Voce dei Berici” (Vicenza)