Elezioni amministrative

E ora ai sindaci auguriamo buon lavoro

Sono stati eletti per occuparsi del bene comune, non degli interessi di una parte contro l’altra, ma di ciò che è bene per tutta la comunità. Non è un “lavoro” facile

Finita la campagna elettorale inizia ora il tempo dell’impegno per i 58 sindaci umbri già eletti. Nei cinque Comuni che vanno al ballottaggio ci sono ancora 15 giorni di campagna elettorale, ma poi anche per loro sarà il tempo dell’impegno. E allora, per prima cosa credo che dobbiamo tutti noi, chi li ha eletti e chi no, augurare ai primi cittadini e ai consiglieri comunali un buon lavoro. Se non altro perché loro sono lì per occuparsi del bene comune, non degli interessi di una parte contro l’altra, ma di ciò che è bene per tutta la comunità. Non è un “lavoro” facile. I sindaci, e le maggioranze, confermati dalle urne hanno un vantaggio perché riprendono un cammino già iniziato che i loro elettori hanno deciso debba essere proseguito. I sindaci, e le maggioranze, che sono eletti per la prima volta avranno bisogno di un po’ di tempo per organizzarsi, e per tradurre in scelte concrete le promesse elettorali, confrontandosi con leggi, regolamenti, finanziamenti – che spesso non ci sono-, rapporti istituzionali con gli altri comuni, la Provincia, la Regione, progetti e bandi europei per finanziare quanto possibile, cittadini che chiedono aiuti molto concreti … e tanto altro.
A tutti i sindaci auguriamo anche di poter trovare in chi li ha eletti dei veri sostenitori, capaci di pungolare e criticare ma anche di indicare, proporre, progettare. E di trovare in chi siede nei banchi dell’opposizione persone altrettanto attente e propositive. Auguriamo ai sindaci dei piccoli e grandi comuni di non essere lasciati soli ad affrontare le scelte che ogni giorno gli si pongono davanti, e che ai simboli dei partiti che li hanno sostenuti sulla scheda elettorale corrispondano persone concrete che già da oggi tornano a riunirsi per fare politica non più a caccia di consenso ma alla ricerca di soluzioni e proposte per una buona amministrazione, soluzioni e proposte da portare al confronto cittadino e nelle sedi istituzionali perché possano anche essere migliorate.
Non è scontato che sia così né nei partiti storici, né nelle formazioni politiche più recenti, né nelle liste civiche che sono diventate le vere protagoniste delle competizioni elettorali comunali degli ultimi anni. Una crescita che va in parte a compensare la crisi della tradizionale forma di partito. A volte esistono solo per il tempo della campagna elettorale, spesso sotto l’impulso del politico di turno che fa la “sua” lista, altre volte la lista civica è espressione di persone che si incontrano e ragionano di politica prima e anche dopo le elezioni. Di queste esperienze si conosce poco al di fuori del comune in cui si realizzano, ma sono significative perché dicono di un interesse e di una passione per la politica che è ancora viva nelle nostre città e nei nostri paesi e che sperimenta nuove forme per esprimersi.
La lista “Progetto Perugia” è una di queste esperienze di base, nata e cresciuta in questi anni grazie all’impegno di persone che ci spendono il loro tempo, e che è emersa con forza sulla scena politica umbra perché voto dopo voto ha conteso il primo posto nella coalizione Romizi ad un partito nazionale come la Lega che ogni giorno è in tv e sui social. Il buon risultato che anche altre liste civiche hanno riportato, dove più e dove meno e non solo a Perugia, suggerisce l’idea che laddove l’offerta politica si fa più ampia rendendo visibile l’opzione moderata e di centro, gli elettori la premiano. Un’ipotesi, certo, ma vale la pena ragionarci su.

(*) direttrice “La Voce” (Umbria)