Salute e cure

Per una medicina senza bufale

Di fake news su salute e cure si muore. Anche in Italia, dove vanno diffondendosi teorie naturaliste, complottiste, anche “fantasiste”, spesso affariste. Viaggiano veloci in una rete a cui si rivolgono 9 pazienti su 10 (88%) ancor prima di andare dal medico. Dal mondo scientifico arriva la reazione con la pubblicazione di patti, manifesti e appelli. La scienza non è opinabile. E se ci sono convinzioni che rischiano di far male solo al borsellino ce ne sono altre che portano a conseguenze gravi e senza ritorno

Hanno giurato di guarire per questo non ce l’hanno fatta più ad ascoltare, senza far niente, le convinzioni di pazienti indottrinati da una rete ricca di fake news. Così il 5 giugno all’Università Statale di Milano luminari e medici hanno stretto un “Patto trasversale per la Scienza. La salute basata sulle evidenze”. Tra essi Roberto Burioni, noto per la campagna informativa sulle vaccinazioni, e Silvio Garattini, veterano della diffusione medico scientifica anche in tv.
La molla è scattata in Burioni all’ennesimo episodio di perplessità sui vaccini. Dopo aver spiegato a una mamma quelli da fare al figlio, si è sentito rispondere: “Prima voglio ascoltare l’altra campana”. È stato lì che il fastidio per la sfiducia si è fatto allarme: di fake si muore. Anche in Italia, tanto è vero che ci è voluta una legge per rendere le vaccinazioni obbligatorie, dopo che le coperture erano scese (86%) molto al di sotto di quella soglia di sicurezza (95%) che serve a tutti e in particolare a quei bambini affetti da patologie che impediscono loro la regolare profilassi.
Troppi oggi sembrano aver dimenticato che la scienza non è opinabile: “È come la matematica – ha spiegato Burioni – . Due più due fa quattro. Non c’è un’altra campana”. Non valgono i sondaggi né i “secondo me”.
Accade anche per altre questioni, forse meno gravi, ma ricorrenti riguardo teorie naturaliste, complottiste, anche “fantasiste”, spesso affariste. Viaggiano veloci in una rete a cui si rivolgono 9 pazienti su 10 (88%) ancor prima di andare dal medico.
Già nel 2018, era stato creato un sito (www.dottoremaeveroche.it) per condire di scienza alcuni dei luoghi comuni più diffusi sulle cure fai da te: dal riso rosso contro il colesterolo alla curcuma cura cancro. Ma se ci sono convinzioni, supportate più dall’emotività che dalla scienza, che rischiano di far male solo al borsellino, ce ne sono altre che portano a conseguenze gravi e senza ritorno.
È il caso di due genitori che nei giorni scorsi sono stati condannati per concorso in omicidio colposo aggravato per aver “curato” l’otite del figlio dall’omeopata. L’otite, non fermata in tempo, è diventata un’encefalite fatale. O la diciottenne padovana colpita da leucemia a cui nulla sono servite le terapie alternative alla chemio.
Il Patto di Milano non è un unicum. Solo pochi giorni prima è nato a Trieste il “Manifesto della comunicazione non ostile per la scienza”, che sarà il documento ufficiale di Trieste città europea della scienza 2020. Tra i firmatari l’astronauta Guidoni, Luigi Mercalli, Mario Tozzi e ancora Roberto Burioni. Obiettivo: una narrazione corretta, semplice e non ostile anche in campo scientifico. Perché è questo che oggi si respira: tra presunzione, ingenuità e arroganza l’opinione domina sul metodo.
In più, il documento di Milano contiene un “Appello a tutte le forze politiche italiane, affinché sottoscrivano il seguente Patto Trasversale per la Scienza e s’impegnino formalmente a rispettarlo, nel riconoscimento che il progresso della Scienza è un valore universale dell’umanità, che non può essere negato o distorto per fini politici o elettorali”.
Lo hanno firmato in quasi seimila: medici, ricercatori, cittadini, politici (da Grillo a Renzi) e giornalisti (Mentana). Possiamo farlo anche noi: www.pattoperlascienza.it.

(*) direttore “Il Popolo” (Concordia-Pordenone)