Dopo il caos Csm

Ripartire dalla fiducia

La corruzione danneggia tutti ed allarga i suoi spazi nel momento in cui ciascuno di noi abbandona il suo limitato spazio. Ai nostri giovani dobbiamo consegnare iniezioni di fiducia affinché il loro futuro possa essere pienamente vissuto a misura d’uomo, nel rispetto della dignità di ciascuna persona umana

La cronaca nazionale continua a presentarci eventi, decisamente negativi, che vanno ad incrementare sempre più il clima di sfiducia nei confronti di ogni forma di istituzione. Sembrava che i grandi fatti di corruzione appartenessero alla Prima Repubblica, ma la storia più recente ha dimostrato con i fatti che c’è ancora molta strada da percorrere.
I telegiornali aprono con il racconto di scandali sempre nuovi che destano preoccupazione in tutti i cittadini. Università con responsabili corrotti, bambini tolti alle famiglie per far fare soldi a case di accoglienza…
Abbiamo anche purtroppo verificato che anche ai più alti vertici della nostra Repubblica democratica sono emersi episodi di corruzione. Ci riferiamo al Consiglio superiore della Magistratura, organo apicale del sistema giudiziario nazionale, il cui presidente e garante è il Presidente della Repubblica. Mattarella, da uomo saggio, ha immediatamente stigmatizzato il fatto che “ ha disvelato un quadro sconcertante e inaccettabile”.
Il Presidente della Repubblica ha invitato i componenti del Csm (Consiglio superiore della Magistratura) a voltare pagina. Dando un immediato esempio al fine di ricondurre alla fiducia i cittadini. Ed a questo riferimento ha, a chiare lettere, affermato che “La Costituzione prevede che l’assunzione di qualunque carica pubblica – ivi comprese, ovviamente, quelle elettive – sia esercitata con disciplina e onore, con autentico disinteresse personale o di gruppo; e nel rispetto della deontologia professionale”.
Parole che hanno il loro peso e che non hanno come destinatari solo i componenti del Csm, ma tutti coloro i quali in qualche modo esercitano un potere/servizio per la collettività.
La corruzione è un male sociale difficile da estirpare. La storia è piena di episodi del genere. È altresì vero che gli ampi spazi di corruzione sono sempre occupati da chi corrompe, da chi si fa corrompere e da chi, pur avendo visto, preferisce stare all’angolo a guardare, guardandosi bene da ogni forma di denuncia.
Gli episodi grandi potrebbero essere quantomeno limitati da seppur piccoli ma decisi gesti di condanna da parte di tutti, perché la corruzione danneggia tutti ed allarga i suoi spazi nel momento in cui ciascuno di noi abbandona il suo limitato spazio.
Ai nostri giovani dobbiamo consegnare iniezioni di fiducia affinché il loro futuro possa essere pienamente vissuto a misura d’uomo, nel rispetto della dignità di ciascuna persona umana.

(*) direttore “L’Araldo Abruzzese” (Teramo-Atri)