Allarme sociale
È l’iniziativa, eccezionale e senza precedenti, presentata dalla Conferenza episcopale peruviana e dalle Università cattoliche del Paese. Una scelta dettata, va detto, dal numero e dalla gravità, anch’essi eccezionali, che hanno investito negli ultimi anni, il mondo politico peruviano. “Un virus sociale che infetta le nostre istituzioni pubbliche e private e toglie le risorse di cui ha bisogno lo Stato per affrontare la lotta contro la povertà”. Così definisce la corruzione il presidente della Conferenza episcopale peruviana (Cep), oltre che del Consiglio episcopale latinoamericano (Celam), mons. Miguel Cabrejos, arcivescovo di Trujillo
Una vera e propria scuola che insegni a lottare contro la corruzione. È l’iniziativa, eccezionale e senza precedenti, presentata dalla Conferenza episcopale peruviana e dalle Università cattoliche del Paese. Una scelta dettata, va detto, dal numero e dalla gravità, anch’essi eccezionali, che hanno investito negli ultimi anni, il mondo politico peruviano. “Un virus sociale che infetta le nostre istituzioni pubbliche e private e toglie le risorse di cui ha bisogno lo Stato per affrontare la lotta contro la povertà”. Così definisce la corruzione il presidente della Conferenza episcopale peruviana (Cep), oltre che del Consiglio episcopale latinoamericano (Celam), mons. Miguel Cabrejos, arcivescovo di Trujillo.
Scandali e incertezza politica. Ai livelli più elevati, ma si tratta solo della punta di un iceberg, è stato soprattutto il cosiddetto scandalo Odebrecht (la vastissima tangentopoli latinoamericana che ha preso il nome dalla multinazionale brasiliana delle costruzioni) a innescare una serie impressionante di indagini che ha decapitato, anche con accenti drammatici, gran parte della classe dirigente e tutti i capi di Stato che hanno guidato il Perù dopo la dittatura di Alberto Fujimori (anch’egli agli arresti). Nello scorso aprile l’ex presidente Alan García (presidente nel 1985-1990, prima della dittatura di Fujimori, e nel 2006-2011) si è suicidato nel momento in cui gli agenti di Polizia erano entrati in casa per arrestarlo. Qualche giorno prima era finito in carcere Pedro Paolo Kuczynski (eletto nel 2016 e dimessosi a inizio 2018 a causa degli scandali). Nell’ottobre scorso era stata arrestata per riciclaggio la rivale dell’ex presidente al ballottaggio del 2016, Keiko Fujimori, figlia del dittatore Alberto. Il predecessore di Kuczynski, Hollanta Humala, era stato arrestato nel 2017 e Alejandro Toledo (presidente dal 2001 al 2006), dopo una latitanza durata parecchi mesi, è stato arrestato negli Usa a metà luglio.
Il clima politico nel Paese è di grande incertezza.
Ha suscitato un ampio dibattito in Perù la proposta del presidente della Repubblica, Martín Vizcarra (eletto nel 2016 come vicepresidente di Kuczynski), fatta in occasione della festa nazionale, a fine luglio. Il presidente si è visto bloccare e modificare sostanzialmente dalla maggioranza parlamentare, che fa capo a Keiko Fujimori, i progetti della riforma anti-corruzione del Governo. Da qui il tentativo di uscire dall’impasse, proponendo di anticipare le elezioni di un anno, attraverso la modifica della Costituzione, da approvare con un referendum.
Affrontare il problema dalla base. In tale contesto nasce l’iniziativa della Chiesa peruviana, che dopo aver denunciato in varie occasioni il cancro della corruzione (l’ultima volta in occasione della Festa dell’indipendenza nazionale), passa ora all’azione, con una proposta concreta e di largo respiro, un “Corso sulla lotta contro la corruzione”, poiché, spiega mons. Cabrejos, “vogliamo affrontare questo problema a partire dalla base, dall’educazione dei nostri giovani, dato che è nelle loro mani la trasformazione morale e civica del Perù”.
È evidente, nell’iniziativa, l’eco della visita compiuta nel Paese da Papa Francesco.
In quell’occasione, ha ricordato il presidente della Cep, il Santo Padre aveva detto che “la corruzione è evitabile e questo sforzo richiede l’impegno di tutti”.
Perciò, prosegue mons. Cabrejos, “è necessario che ci impegniamo a partire da tutti gli ambiti della vita sociale, perché il nostro Paese cessi di essere un luogo di scandali e corruzione”. Il corso mostra che “la battaglia non è finita e che il Perù libero e onesto è più forte di qualsiasi forma di impunità”.
Corso virtuale con l’apporto di 11 atenei. Il corso sarà virtuale, nel senso che, come ha spiegato padre Juan José Lyndon, rettore dell’Università Cattolica di Trujillo e coordinatore del corso, il materiale sarà messo a disposizione dalle Università cattoliche, partendo da quanto già esiste negli attuali corsi, e verrà via via implementato. Il materiale sarà offerto da ciascuna università secondo la propria politica e il piano accademico, ma sarà anche a disposizione di altri atenei, non solo peruviani, eventualmente interessati.
Queste le 11 università promotrici del corso: Pontificia Università Cattolica del Perù (Pucp), Università Cattolica Santo Toribio de Mogrovejo (Usat), Università Cattolica di San Pablo (Ucsp), Università Cattolica di Trujillo (Uct), Università Cattolica Los Ángeles de Chimbote (Uladech), Università Antonio Ruiz de Montoya (Uarm), Università Cattolica Sedes Sapiencie (Ucss), Università Privata di Tacna (Upt), Università La Salle Arequipa (Uls), Università femminile del Sagrado Corazón (Unife) e Università Cattolica di Santa María (Ucsm). L’iniziativa è appoggiata, oltre che dalla Conferenza episcopale peruviana, dall’Organizzazione delle università cattoliche dell’America Latina e del Caribe (Oducal), dall’Istituto di studi sociali cristiani e dalla Fondazione Konrad Adenauer Stiftung.
E queste alcune delle materie che saranno trattate: storia della corruzione in Perù; la corruzione nel mondo; la connessione tra corruzione e diritti umani; le conseguenze nell’ambito pubblico e individuale, e nella vita economica, sociale e culturale; i principi etici della Dottrina sociale; il magistero papale e in particolare di Giovanni Paolo II e Francesco; meccanismi di prevenzione e controllo; il sistema sanzionatorio; educazione civica.