Chiesa e comunicazione

Polonia, cresce la stampa cattolica. Don Pawlaszczyk: “La sfida della qualità”

Il recente Consiglio dei vescovi ha accolto un positivo resonto sulla diffusione dei giornali di ispirazione cristiana. Il settimanale “Gosc Niedzielny” vende in media 120mila copie, ben oltre le 90mila del “laico” “Polityka”. Ottime performance anche per un’altra testata cattolica, “Tygodnik Powszechny”. Nell’era dell’informazione on line, si scommette su qualità del prodotto, stretta relazione con la Chiesa locale e il sostegno delle parrocchie per la vendita capillare

L’aumento delle vendite di oltre il 3 per cento ad aprile 2019, rispetto al risultato ottenuto nell’anno precedente dal settimanale cattolico “Gość Niedzielny” (Ospite della domenica), potrebbe sembrare un successo neppure tanto rilevante di mercato, se non si trattasse di carta stampata. Visto però che sempre più lettori scelgono di informarsi in rete rinunciando all’edicola, con un calo generalizzato in Europa nelle vendite di quotidiani e riviste, si tratta di un esito significativo, qualcuno ritiene addirittura eccezionale. L’aumento delle vendite altrettanto rilevante (sempre oltre il 3 per cento) è stato registrato in Polonia anche da un altro settimanale cattolico: “Tygodnik Powszechny”.

Verifica dei fatti, racconto imparziale. “Nonostante in tutto il mondo abbiamo a che fare con cali di diffusione della carta stampata – afferma don Adam Pawlaszczyk (nella foto grande), dal febbraio 2018 direttore di “Gość Niedzielny” – la vera crisi scaturisce dal tramonto del giornalismo come professione di fiducia pubblica, basata sulla scrupolosa verifica dei fatti, nella ricerca della verità e dell’imparzialità del racconto”. Oggi, osserva, “il lavoro dei giornalisti viene spesso sostituito da quello di specialisti di marketing, con esiti che non suscitano la fiducia dei lettori”. “Gość Niedzielny” è “un fenomeno su scala europea, poiché non conosco un altro settimanale cattolico che sia stabilmente al primo posto tra i settimanali di opinione su scala nazionale”, ha rilevato don Adam Pawlaszczyk durante il recente Consiglio dei vescovi diocesani polacchi, presentando i risultati raggiunti nel primo semestre del 2019 che indicano in media quasi 120mila copie vendute, mentre il settimanale polacco più noto e programmaticamente areligioso “Polityka” di poco supera i 90mila.

Cronaca e approfondimenti. L’ultimo numero di “Gość Niedzielny”, che porta la data del 1° settembre, è dedicato soprattutto all’educazione visto che il 2 settembre in Polonia è iniziato l’anno scolastico. Il numero non trascura però l’80° anniversario della seconda Guerra mondiale. Il settimanale pubblica inoltre un’interessante analisi della generazione dei polacchi tra i 17 e i 24 anni che “non si fidano dei politici”, preferiscono gli oppositori dell’attuale governo ma considerano una vita comoda e agiata più importante dell’attività a carattere pubblico. Desiderano comfort, soddisfazione professionale – si legge sulla rivista – e possibilità di usufruire gioiosamente del tempo libero; sono concentrati su come migliorare il proprio futuro senza preoccuparsi dei bisogni degli altri, mentre lo Stato dovrebbe garantire loro un lavoro ben retribuito, poche tasse e un efficiente sistema educativo. Accanto all’articolo di stretta attualità, dedicato alla tragedia nelle montagne di Tatra dove, a causa di un temporale, sono morti due adulti e due bambini mentre un centinaio di turisti sono rimasti feriti, “Gość” nel primo numero di settembre pubblica anche un’intervista all’italiana Emma Morosini che a 95 anni è arrivata in pellegrinaggio a Jasna Góra, e delle indicazioni riguardanti l’offerta di un’ora al giorno dedicata alla Guardia d’onore al Sacro Cuore di Gesù.

Il mensile dedicato ai più piccoli. La redazione di “Gość” è composta da 135 persone di tutta la Polonia e da un grande numero di collaboratori fissi o occasionali che arricchiscono ciascun numero con i loro contributi dedicati a volte a questioni di stretta attualità e, in altri casi, a problematiche di più ampio respiro. Il primo numero della rivista fu pubblicato il 9 settembre del 1923. Dalle iniziali 8 pagine, oggi “Gość” conta 76 pagine. In più, oltre a 20 supplementi diocesani di 8 pagine ciascuno, ogni numero acclude anche l’inserto Tv di 16 pagine. Completa il settimanale un supplemento mensile dedicato ai piccoli lettori “Mały Gość Niedzielny” le cui vendite annue ammontano a oltre mezzo milione di copie. Entrambe le riviste sono pubblicate da Instytut Gość Media che è anche proprietario del sito di notizie www.wiara.pl ed è sostenuto dalla Fondazione Gość Niedzielny che si prefigge lo scopo di “costruire e promuovere la cultura cristiana nella consapevolezza che una falsa visione dell’uomo che prescinde dalla sua dimensione religiosa è fonte principale di decadimento della cultura”.

Il sostegno delle parrocchie. Parlando al Consiglio dei vescovi, don Adam Pawlaszczyk ha sottolineato che il primato di “Gość”, che persiste da anni, viene mantenuto anche grazie alla distribuzione del settimanale nelle parrocchie poiché la rivista fornisce un aiuto pastorale ai sacerdoti. “Oggi però è necessario un impegno ancora maggiore da parte dei sacerdoti; senza di esso la stampa cattolica sparirebbe dal mercato”, ha osservato il prete-giornalista, sottolineando che il 78 per cento delle vendite di “Gość” avviene tramite le 8.500 parrocchie nelle 26 diocesi su tutto il territorio della Polonia, mentre solo il 19 per cento tramite le reti comuni di vendita.

Linguaggio universale. Solamente tramite le vendite nelle edicole invece avviene la distribuzione dell’altro settimanale cattolico “Tygodnik Powszechny” che, come afferma l’Istituto polacco per il controllo della stampa, è il settimanale d’opinione che dal 2013 cresce più velocemente, vendendo nell’arco dell’ultimo anno (luglio 2018 – giugno 2019) quasi 1,4 milioni di copie. “Cerchiamo di essere la voce della Chiesa di Papa Francesco e di descrivere la fede e la Chiesa in Polonia e nel mondo con un linguaggio universale”al di sopra “delle divisioni dei partiti e dei schieramenti politici, privo della drammaticità atta a suscitare facili emozioni”, spiega al Sir Paweł Bravo (nella foto), direttore del servizio interno. La rivista si rivolge principalmente alle persone che hanno almeno 20 anni e risiedono nei centri con più di 50mila abitanti.