Politica
Ci sono priorità nel Paese che non possono più sopportare ritardi, deroghe, rinvii e giochetti di palazzo. Non è necessario essere economisti per capire che serve un seria politica di interventi per fare ripartire l’economia, stanca e senza stimoli. Serve tornare a mettere al centro la persona. Tutte le persone. E poi servirebbe una politica seria per l’ambiente
Al di là del televoto, che rischia di far sembrare la politica un talent show e confondere gli elettori con gli eletti, come se rappresentante e rappresentato fossero la stessa persona, ci sono priorità nel Paese che non possono più sopportare ritardi, deroghe, rinvii e giochetti di palazzo. Non è necessario essere economisti per capire che serve un seria politica di interventi per fare ripartire l’economia, stanca e senza stimoli. Serve soprattutto stabilità, condizione imprescindibile perché si muova qualcosa e si torni ad investire. Le oscillazioni dei mercati, che reagiscono in modo positivo ogni qual volta si profila un barlume di speranza che vada in questa direzione, sono una cartina di tornasole piuttosto precisa e inequivocabile. Ma la stabilità è frutto di una visione un po’ più ampia che punta al futuro, che sa progettare con lungimiranza. Pare invece che si sia più interessati ai risultati immediati, capaci di creare consenso, in una logica molto più vicina a quella dei social in cui le mosse “acchiappa like” sono l’unica strategia. E durano il tempo di una visualizzazione. Serve tornare a mettere al centro la persona. Tutte le persone. Disinnescando le dinamiche di scontro e contrapposizione fine a se stesse e le paure vere o – più spesso – indotte. E poi servirebbe una politica seria per l’ambiente, per arginare la vera invasione, che non è fatta di persone, ma di plastica e veleno. Ma questo punto sembra essere sempre a margine, tra le “varie ed eventuali”. Ed ora, stop al televoto… sperando in una serie presa di coscienza da parte di chi ci dovrebbe governare.
(*) direttore “La Fedeltà” (Fossano)