Nuovo anno scolastico
In un mondo che ti obbliga a vivere in un clima di costante lotta a chi sgomita di più, dove chi urla ha ragione e chi è più furbo è un vincente, tutti coloro che si occupano di formazione, famiglia e scuola in primis, hanno il compito di non perdere di vista la persona. Competitività e risultato sì, ma anche gestione delle sconfitte, valore della fatica, attenzione a chi resta indietro
Partiti. La campanella è tornata a suonare per gli studenti del Piemonte, e in questi giorni riprenderà in tutte le scuole d’Italia. Un nuovo anno, per tanti la continuazione di un percorso con compagni di viaggio che sono ormai amici, volti familiari, per altri l’inizio di qualcosa di nuovo, con tutto il carico di emozione, eccitazione, ma anche magari con qualche timore. L’inizio di scuola è uno di quei momenti che ti muovono dentro, scandiscono la vita, ti segnano e che già sai che ricorderai a lungo. C’è l’attesa, la voglia di camminare, a volte di anticipare le tappe o intuirne già il risultato finale. E ci sono pure le fatiche, un po’ di competizione, qualche delusione pronta dietro l’angolo. Come nella vita. Perché la scuola è specchio della vita. Una grande responsabilità, per chi sta dietro il banco, per chi è alla cattedra… e anche per chi è a casa, la famiglia. Il materiale umano protagonista di questo processo è delicato, va maneggiato con cura. Non si tratta soltanto di instillare nozioni, formule e contenuti come si farebbe in un tutorial su youtube. C’è il rapporto umano. Prima di tutto. In un mondo che ti obbliga a vivere in un clima di costante lotta a chi sgomita di più, dove chi urla ha ragione e chi è più furbo è un vincente, tutti coloro che si occupano di formazione, famiglia e scuola in primis, hanno il compito di non perdere di vista la persona. Competitività e risultato sì, ma anche gestione delle sconfitte, valore della fatica, attenzione a chi resta indietro. C’è tanto da lavorare. Buona scuola a tutti, qualsiasi ruolo abbiate in questo percorso.
(*) direttore “La Fedeltà” (Fossano)