Politica e società
Si ha un bel dire che è necessario introdurre di nuovo l’educazione civica nella scuola, quando i primi a non rispettare educazione e regole sono proprio i legislatori. Tuttavia, come spesso accade, il Paese reale è migliore di quello che si è visto e si sta vedendo in questi giorni sulla scena politica. Almeno, voglio tenacemente crederlo
“Colleghi, vi richiamo all’ordine! Non è questo il modo di intervenire! Rispettiamo il luogo in cui ci troviamo!”. Sono queste alcune delle frasi che ha ripetuto sin troppe volte il presidente Fico, quasi come un maestro che in classe i bambini non ascoltano più, mentre da una parte partivano scroscianti applausi e dall’altra si gridava: “Elezioni, elezioni!”. Uno spettacolo, quello della Camera dei deputati, andato in onda lunedì scorso – ma anche quello di martedì, in Senato, con lo stesso copione – che dovrebbe interpellare tutti noi, a cominciare dai nostri politici. Si ha un bel dire che è necessario introdurre di nuovo l’educazione civica nella scuola, quando i primi a non rispettare educazione e regole sono proprio i legislatori. “Le istituzioni non sono lo stadio – ha chiosato qualcuno – e anche alla Corrida si aspetta di fischiare solo quando il semaforo è verde”. Tuttavia, come spesso accade, il Paese reale è migliore di quello che si è visto e si sta vedendo in questi giorni sulla scena politica. Almeno, voglio tenacemente crederlo. Per rendersene conto è sufficiente, ad esempio, fare la spesa in un supermercato qualsiasi o in un qualsiasi negozio o al mercato della propria città. Trovo questo esercizio davvero molto efficace. Fare la spesa, in un certo modo, è come leggere un articolo o un saggio di antropologia e ha qualcosa da dire e insegnare a chiunque osservi, con un po’ di attenzione e di curiosità, quello che accade.
La cosa che mi colpisce di più è che ci sono tanti piccoli segni di umanità, che rincuorano e che fanno pensare che non è tutto perduto! Può capitare che, se fai la spesa in una zona vicino a casa, incontri persone che conosci e che è bello rivedere: persone che, magari, non vedi da un sacco di tempo e che si materializzano improvvisamente tra un corridoio e l’altro, tra un bancale di acqua e un espositore di biscotti, oppure durante l’attesa alla cassa. Ma penso anche alla signora che risponde con gentilezza alla tua domanda e ti svela dove si trovi il settore dedicato al latte e ai formaggi. Penso al commesso che ti sa dare – non so come faccia a ricordarle – tutte le informazioni sui tipi di pasta che sono esposti sugli scaffali. Penso ai tre bambini che si coordinano, da soli, per fare gli acquisti: il più grande con la lista della spesa della mamma e gli altri due, più piccoli, pronti ad eseguire le indicazioni del fratello maggiore… Poi – guarda un po’, fatto strano in tempi di rancore diffuso! – vedi anche gente che scherza e che ride: sono alcuni commessi e clienti che si fanno vicendevolmente delle battute simpatiche, distensive. E, se saluti l’addetta delle pulizie o qualche altra persona ai carrelli, vedi che questa pure ti risponde. Ci sono anche degli stranieri, di vari colori e provenienze, dall’Est Europa, all’Africa, sino all’Asia… Fanno la spesa, come te, e pensi che – al di là di tutti i dibattiti pro e contro immigrazione – anche loro hanno una famiglia e hanno le stesse esigenze fondamentali di ogni essere umano. Poi ti vien da pensare che anche loro, a partire da una semplice spesa, contribuiscono a far girare l’economia del nostro territorio. Certo, in ogni supermercato (come in qualsiasi altro negozio o mercato di paese), c’è pure dell’altro: ci sono persone scontrose e villane, come pure i furbetti e i delinquenti… C’è di tutto. Lo sappiamo. Ma c’è anche questo universo di relazioni positive che profumano di umanità. Ogni tanto credo sia bene che noi tutti – insieme ai nostri politici – ce lo ricordiamo: è un’ottima lezione di educazione civica.
(*) direttore “L’Azione” (Vittorio Veneto)