Papa Francesco
Dobbiamo davvero rassegnarci ad una vita limitata dalle barriere? Ancora una volta a bussare al cuore sono le parole di Papa Francesco, che da Madrid ha lanciato l’ennesimo appello alla pace e al dialogo. Un’accorata preghiera perché si costruiscano ponti e non muri. Unica vera via per uno mondo di pace
Le divisioni, le contrapposizioni, i muri, quelli fisici, ma anche e soprattutto quelli mentali, che allontanano, che fanno vedere l’altro come un nemico e non come un dono, che fanno vedere la differenza non come ricchezza, ma come minaccia. Dobbiamo davvero rassegnarci ad una vita limitata dalle barriere? Ancora una volta a bussare al cuore sono le parole di Papa Francesco, che da Madrid ha lanciato l’ennesimo appello alla pace e al dialogo. Un’accorata preghiera perché si costruiscano ponti e non muri. Unica vera via per uno mondo di pace. “Quello che stiamo vivendo è un momento grave per il mondo – ha detto -. Tutti dobbiamo stringerci, vorrei dire con un solo cuore e una sola voce, per gridare che la pace è senza confini, senza frontiere. Un grido che sale dal nostro cuore. È lì, infatti, dai cuori, che bisogna sradicare le frontiere che dividono e contrappongono. Ed è nei cuori che vanno seminati i sentimenti di pace e di fraternità”. Non un generico invito alla pace, come assenza di guerra. Il Papa va dritto al punto, senza sconti. “È insensato, nella prospettiva del bene dei popoli e del mondo – scrive -, chiudere gli spazi, separare i popoli, anzi contrapporre gli uni agli altri, negare ospitalità a chi ne ha bisogno e alle loro famiglie”. Voce di uno che grida nel deserto? Forse. Ma tra tante urla che sentiamo quotidianamente e sempre di più, il grido di Francesco ha un suono decisamente diverso. Che dona speranza. E che risuonerà anche nella Carovana per la pace in programma tra pochi giorni.
(*) direttore “La Fedeltà” (Fossano)