Politica
Da Renzi aspettiamo di conoscere una linea politica fatta di contenuti. Non basterà contrastare Salvini, non è sufficiente a definire una politica. Soprattutto non è sufficiente ad attrarre i voti cattolici, ancora dispersi, anche se non pare che abbia scommesso sui cattolici, che sono sì una minoranza, ma strategica
Si diceva da tempo: Matteo Renzi farà un suo partito. Quando era lui il segretario, qualcuno chiamava il Pd scherzosamente Pdr, cioè Partito di Renzi. Non sono sicuro che la scelta dei tempi sia giusta, ma è arrivata.
Viene valutato dal 4 all’8% di consensi. Ci si augura che non sia l’ennesimo partito che non sopravvive al fondatore, come sta succedendo in Forza Italia. Ci si augura anche che non nasca solo come una mossa a scacchi per occupare certe zone politiche di centro, anche se lo stesso Renzi su questo tema ha ribadito di non voler scegliere il centro ma il futuro. Sta di fatto che certe aree erano deserte e che i tentativi di altri, vedi Berlusconi, non hanno avuto effetto.
C’è un’area da occupare ma ci sono valori tipici da portare in quell’area moderata, storicamente frequentata anche da molti cattolici.
Non ci si può arrendere all’estremizzazione del centrodestra, alla esacerbazione del linguaggio e dei concetti utilizzati da chi presiede quell’area. Non credo che la media dei cattolici apprezzi la costante predicazione della paura delle invasioni e quasi l’odio verso i cosiddetti invasori. Gli immigrati stabili da noi sono fra il 7 e 8%, mentre nella percezione della gente sarebbero circa il 25%. I clandestini sono circa 600mila e non 6 milioni (dati Ipsos). La falsa narrazione ha indotto percezioni del tutto errate.
C’è chi ci crede, i semplici sono tanti, ma c’è chi predica il falso per trarne vantaggio. È il regno diabolico della menzogna. Da Renzi aspettiamo di conoscere una linea politica fatta di contenuti. Non basterà contrastare Salvini, non è sufficiente a definire una politica. Soprattutto non è sufficiente ad attrarre i voti cattolici, ancora dispersi. Se al suo fianco ci sarà Ivan Scalfarotto e la sua politica per le unioni civili non sarà facile. A partire da queste scelte, Renzi ha cominciato a perdere voti. Deve dirci anche che linea seguirà sulle energie da fonti fossili e per uno sviluppo sostenibile. Che Welfare ha in mente e quale politica per le famiglie. Che gestione proporrà del fenomeno migratorio. Che posizione assumerà per il Medio Oriente da sempre in guerra. Come si posizionerà verso l’Africa e le popolazioni povere. Che cosa potrà proporre per un pluralismo dell’informazione. E, soprattutto, come sarà presente nel territorio e che coinvolgimento ci sarà della base. Senza presenza sul territorio non c’è partito. Non mi pare che abbia scommesso sui cattolici, che sono sì una minoranza, ma strategica.
(*) direttore “Il Momento” (Forlì-Bertinoro)