Manifestazioni e violenze
Violenze ad Hong Kong. Un ragazzo giovanissimo è stato colpito al petto dalla polizia. L’incidente è successo a Tsuen Wan e sta per essere operato al Prince Margaret Hospital. Nonostante il divieto della polizia a qualsiasi manifestazione, le persone sono di nuovo scese per strada nel giorno in cui a Pechino la Repubblica Popolare Cinese celebra i 70 anni della sua fondazione. Metro e centri commerciali chiusi. I manifestanti antigovernativi mirano a offuscare le celebrazioni della Giornata Nazionale a Pechino e ci sono riusciti
Scene di guerra, lacrimogeni, arresti, sparatorie, scontri, idranti sulla folla. E’ quanto sta accadendo in queste ore ad Hong Kong dove nonostante il divieto della polizia a qualsiasi manifestazione, le persone sono di nuovo scese per strada nel giorno in cui a Pechino la Repubblica Popolare Cinese celebra i 70 anni della sua fondazione. Un ragazzo è stato colpito al petto dalla polizia. Ci sono video che riprendono chiaramente un poliziotto sparare a distanza ravvicinata al ragazzo. Il ferito, uno studente giovanissimo della 5 superiore, è stato trasportato in ospedale e i famigliari sono andati a trovarlo con due avvocati. Sta per essere operato al Prince Margaret Hospital. L’incidente è successo a Tsuen Wan.
I manifestanti antigovernativi mirano a offuscare le celebrazioni della Giornata nazionale a Pechino, nel giorno del 70 ° anniversario della fondazione della Repubblica Popolare. All’inizio della giornata, leader della comunità, élite politiche e funzionari si sono radunati al Convention and Exhibition Centre di Wan Chai per osservare una cerimonia di innalzamento della bandiera. Ma nel corso della giornata le violenze sono aumentate. Varie le manifestazioni in diversi punti della città. Tutte però proibite. Una marcia si sta spostando da Victoria Park a Causeway Bay a Central, e i manifestanti sembrano intenzionati a continuare il loro viaggio verso l’ufficio di collegamento di Pechino a Sai Ying Pun. Quasi 20 stazioni della metropolitana MTR sono state chiuse e molti negozi e centri commerciali in città sono chiusi per la giornata. Nei giorni scorsi la segretaria dell’Assemblea legislativa, il parlamento di Hong Kong, ha invitato i dipendenti a non recarsi al lavoro ed oggi ha addirittura emesso un ordine di evacuazione della struttura. “Tutte le persone hanno l’ordine di evacuare il complesso dell’Assemblea legislativa immediatamente per questioni di sicurezza”, si legge in un breve avviso diramato online dall’amministrazione di Hong Kong.
Nei giorni scorsi, la polizia ha fatto irruzione nei locali sospettati di essere coinvolti nella produzione di bombe a benzina ed esplosivi. Sono stati trovati un gran numero di armi offensive, materie pericolose, come nafta, diluente, polvere chimica, gas più leggero e petardi, insieme a dispositivi di protezione correlati a quelli indossati dai manifestanti. Gli ufficiali hanno fatto irruzione in 48 locali in tutta la città ed hanno arrestato 44 uomini e sette donne, dai 15 ai 44 anni, per vari reati tra cui il possesso di armi offensive, il montaggio illegale e il possesso di merci pericolose.
Tristezza e rabbia. Questo domani rimarrà negli abitanti di Hong Kong dopo questa giornata lunghissima. Sono ancora le 9 di sera e “non è ancora finita”, dice al Sir padre Renzo Milanese missionario Pime ad Hong Kong. “Non si sa dove sta andando il movimento. Si sa che dentro rimarrà rabbia e dispiacere. In chi fino ad oggi ha sostenuto e simpatizzato per i manifestanti, c’è tristezza per le scene di violenza e devastazione che abbiamo visto oggi. Chi invece era contrario prova rabbia. L’auspicio oggi è che si trovi presto uno sbocco. Ma tutto purtroppo è nelle mani del governo che fino ad oggi ha dimostrato una totale incapacità a gestire la situazione. E seppure fosse in grado di prendere in mano la situazione, non possiamo dimenticare che dietro a tutte le decisioni di Hong Kong c’è Pechino”.