#SinodoAmazonico
Ai nastri di partenza il Sinodo per l’Amazzonia, a cui parteciperanno in Vaticano, dal 6 al 27 ottobre, 184 padri sinodali. “Si incentra sulla missione evangelizzatrice della Chiesa in Amazzonia e sulla tematica ecologica”, ha precisato il card. Lorenzo Baldisseri, segretario generale del Sinodo dei vescovi. “Un vero approccio ecologico diventa sempre un approccio sociale”, gli ha fatto eco il card. Claudio Hummes, presidente della Repam e relatore generale. 35 le donne che partecipano all’assise, il numero finora più alto per un Sinodo. 17 i rappresentanti dei popoli indigeni.
184 padri sinodali, 17 rappresentanti di popoli indigeni, 35 donne. Sono alcuni “numeri” dell’Assemblea speciale del Sinodo dei vescovi sul tema “Amazzonia: nuovi cammini per la Chiesa e per un’ecologia integrale”, in programma in Vaticano dal 6 al 27 ottobre. A renderli noti è stato il card. Lorenzo Baldisseri, segretario generale del Sinodo dei vescovi, durante la conferenza stampa di presentazione in sala stampa vaticana. Dei 184 padri sinodali, 113 provengono dalle diverse circoscrizioni ecclesiastiche panamazzoniche. I capi dei Dicasteri della Curia Romana sono 13. Nel numero complessivo rientrano anche i membri del Consiglio pre-sinodale, 15 religiosi eletti dall’Unione dei superiori generali e 33 membri di nomina pontificia, provenienti soprattutto da Paesi e zone geografiche – come ad esempio il bacino fluviale del Congo – che presentano le stesse problematiche ecologiche che costituiscono uno dei due grandi ambiti richiamati nel titolo del Sinodo. Partecipano ai lavori anche 6 delegati fraterni e 12 invitati speciali. Completano l’elenco 25 esperti e 55 tra uditori e uditrici – tra cui 10 religiose presentate dall’Unione internazionale delle superiore generali (Uisg) – e 17 rappresentanti di diversi popoli originari ed etnie indigene, tra i quali 9 donne. Il numero totale delle donne che partecipano ai lavori sinodali è di 35, il più alto registrato finora in un Sinodo: 2 sono invitate speciali, 4 esperte (di cui 2 suore) e 29 uditrici (18 suore).
Iniziative “green”. In vista del Sinodo per l’Amazzonia, la segreteria generale ha promosso “alcune iniziative con lo scopo di limitare l’inquinamento e di favorire la sostenibilità ambientale, in maniera da contribuire, per quanto possibile, a salvaguardare la casa comune”. Per l’iscrizione dei partecipanti, ha spiegato infatti Baldisseri, è stata adottata esclusivamente la procedura “on line”, con notevole risparmio di carta stampata e di spese postali. Per limitare inoltre il più possibile l’uso della plastica, i bicchieri sono stati scelti in materiale biodegradabile, la borsa con il materiale di lavoro che verrà consegnata ai partecipanti è in fibra naturale e la carta utilizzata per i documenti che verranno distribuiti ha il maggior numero di certificazioni di provenienza e di filiera di lavorazione. L’attenzione del Sinodo per l’Amazzonia, ha precisato il cardinale,
“si incentra sulla missione evangelizzatrice della Chiesa in Amazzonia, con al centro l’annuncio della salvezza in Gesù Cristo, e sulla tematica ecologica, data l’importanza che il territorio amazzonico riveste per tutto il pianeta”.
Come si legge nella Laudato si’, “tutto è connesso” ed “ogni comportamento, in positivo o in negativo, che si adotta riguardo all’ambiente naturale ha delle inevitabili conseguenze anche nell’ambito socio-culturale e spirituale dei popoli e delle singole persone”. “Un vero approccio ecologico diventa sempre un approccio sociale, che deve integrare la giustizia nel discorso sull’ambiente per ascoltare sia il grido della terra che quello dei poveri”, gli ha fatto eco il il card. Claudio Hummes, presidente della Repam e relatore generale del Sinodo per l’Amazzonia.
Libertà di espressione. “Nella Chiesa c’è libertà di espressione. Ciascuno poi risponde alla propria coscienza, all’opinione pubblica e naturalmente al Signore”. Così Baldisseri ha risposto alle domande dei giornalisti sulle critiche espresse riguardo all’Instrumentum laboris del Sinodo per l’Amazzonia, da alcuni tacciato perfino di eresia. “Non è un documento pontificio: è una raccolta alla base delle domande del popolo amazzonico”, ha aggiunto: “È la prima volta che i vescovi ascoltano il popolo amazzonico: è necessario ascoltare e non giudicare”.
“L’Instrumentum laboris non è del Sinodo, ma per il Sinodo”,
ha precisato Hummes: “È la voce della Chiesa locale, della gente, della storia e della terra. La Chiesa li ha invitati a parlare e loro hanno parlato: se il Sinodo l’ha fatto, è perché vuole ascoltare sul serio. Questo è un cammino sinodale. Abbiamo ascoltato 80mila persone”.
Viri probati. “La mancanza di ministri ordinati”. È questa, per Hummes, , una delle emergenze pastorali della regione a cui sarà dedicato l’appuntamento in Vaticano. “Il 70-80% delle comunità all’interno dell’Amazzonia brasiliana – ha detto il cardinale rispondendo alle domande dei giornalisti – ha poca vita sacramentale, a parte il battesimo e il matrimonio”. “Mancano ministri ordinati che celebrino l’Eucaristia”, l’appello del porporato, secondo il quale occorre “cercare nuovi cammini per portare l’Eucaristia nella vita delle nostre comunità”. Interpellato sulla questione del celibato ecclesiastico, Baldisseri ha ricordato che al n. 129 dell’Instrumentum laboris “c’è un accenno a questo tema”. Su questo come sugli altri punti dell’Instrumentum laboris, ha aggiunto, “i padri sinodali sono liberi di discutere e di fare proposte”.
Il ruolo delle donne. “Nella regione amazzonica il ruolo delle donne è grande, straordinario, ben fatto. In tantissime comunità le dirigenti sono donne e loro chiedono che sia riconosciuto e istituzionalizzato il lavoro che fanno”. È l’omaggio del card. Hummes alle 35 donne che parteciperanno al Sinodo per l’Amazzonia.