Concistoro

Papa Francesco ai nuovi cardinali: “La slealtà degli uomini di Chiesa deriva dalla mancanza di compassione”

“Compassione”: è la parola al centro dell’omelia del sesto Concistoro di Papa Francesco, pronunciata nella basilica di San Pietro davanti ai 13 nuovi cardinali. “Tanti comportamenti sleali di uomini di Chiesa dipendono dalla mancanza di questo senso della compassione ricevuta, e dall’abitudine di guardare da un’altra parte, dall’abitudine dell’indifferenza”, il monito del Santo Padre: “Quando un uomo di Chiesa diventa funzionario, questo è l’esito più amaro”

(Foto Siciliani-Gennari/SIR)

“Tanti comportamenti sleali di uomini di Chiesa dipendono dalla mancanza di questo senso della compassione ricevuta, e dall’abitudine di guardare da un’altra parte, dall’abitudine dell’indifferenza”. Ne è convinto il Papa, che nell’omelia del Concistoro ordinario pubblico, pronunciata nella basilica di San Pietro davanti ai 13 nuovi cardinali – di cui 10 elettori e tre non elettori – è tornato su una delle parole-chiave del Vangelo, oltre che del suo pontificato: “compassione”, parola “scritta nel cuore di Cristo, scritta da sempre nel cuore di Dio”. “La parola ‘compassione’ mi è venuta nel cuore proprio nel momento in cui ho incominciato a scrivere a voi la lettera del 1° settembre”, ha rivelato Francesco a braccio al termine dell’omelia, a proposito del giorno in cui ha reso nota la volontà di indire il suo sesto Concistoro.

Le nuove porpore. I cardinali elettori sono Miguel Ángel Ayuso Guixot, José Tolentino Calaça de Mendonça, Ignatius Suharyo Hardjoatmodjo, Juan de la Caridad García Rodríguez, Fridolin Ambongo Besungu, Jean-Claude Höllerich, Alvaro L. Ramazzini Imeri, Matteo Zuppi, Cristóbal López Romero, Michael Czerny. Completano l’elenco tre vescovi emeriti, dunque non elettori: Michael Louis Fitzgerald, Sigitas Tamkevičius ed Eugenio Dal Corso. L’unico italiano tra gli elettori che hanno ricevuto oggi la porpora è Matteo Zuppi: gli altri provengono da Europa, America Latina, Asia e Africa. Unica parte del mondo assente nella geografia delineata dal sesto Concistoro convocato da Bergoglio è quella nordamericana. Tra le 13 nuove porpore spiccano, e sono la maggioranza assoluta, otto religiosi. Da oggi, il 52% dei cardinali elettori sono uomini scelti da Papa Francesco nei suoi sei Concistori, dal 2014. Il Collegio cardinalizio è quindi formato in totale da 228 cardinali, di cui 128 elettori e 100 non elettori. Tra i 128 cardinali elettorifigurano: 55 europei (di cui 22 italiani); 23 latinoamericani; 13 nordamericani; 17 africani, 16 asiatici e 4 provenienti dall’Oceania.

No all’indifferenza. Per Francesco, la compassione non è “una cosa facoltativa, e nemmeno un consiglio evangelico”, ma “un requisito essenziale”. “Se io non mi sento oggetto della compassione di Dio, non comprendo il suo amore”, il monito: “Non è una realtà che si possa spiegare. O la sento o non la sento. E se non la sento, come posso comunicarla, testimoniarla, donarla? Concretamente: ho compassione per quel fratello, per quel vescovo, quel prete?… Oppure sempre distruggo con il mio atteggiamento di condanna, di indifferenza?”.

“Da questa consapevolezza viva dipende anche la capacità di essere leale nel proprio ministero”, la tesi di Bergoglio: “Anche per voi fratelli cardinali. La disponibilità di un porporato a dare il proprio sangue – significata dal colore rosso dell’abito – è sicura quando è radicata in questa coscienza di aver ricevuto compassione e nella capacità di avere compassione. Diversamente, non si può essere leali”.

Uomo di Chiesa, non funzionario. “Nei Vangeli vediamo molte volte Gesù che sente compassione per le persone sofferenti”, ha spiegato il Papa, definendo Cristo “Redentore nella compassione”, che “va a cercare le persone scartate, quelli che ormai sono senza speranza”. Come quello di Gesù, anche “l’amore di Dio per il suo popolo è tutto impregnato di compassione, al punto che, in questa relazione di alleanza, ciò che è divino è compassionevole, mentre purtroppo sembra che ciò che è umano ne sia tanto privo, tanto lontano”, ha osservato il Pontefice. I discepoli di Gesù, invece, come noi oggi, “dimostrano spesso di essere senza compassione”. “Che si arrangino…”, la reazione di fronte alle folle da sfamare: “È un atteggiamento comune a noi umani, anche quando siamo persone religiose o addirittura addette al culto”, il commento di Francesco, “ce ne laviamo le mani”. “Il ruolo che occupiamo non basta a farci essere compassionevoli”, l’affermazione sulla scorta della parabola del buon samaritano. “Sempre c’è qualche pretesto, qualche giustificazione per guardare dall’altra parte”, l’aggiunta a braccio:

“E quando un uomo di Chiesa diventa funzionario, questo è l’esito più amaro”.

“Da questo atteggiamento molto, troppo umano derivano anche strutture di non-compassione”, la denuncia del Santo Padre, che rivolgendosi in particolare ai 13 nuovi cardinali ha esortato ad un esame di coscienza: “Siamo coscienti, noi per primi, di essere stati oggetto della compassione di Dio? È viva in voi questa consapevolezza? Possiamo domandarci: sento su di me la compassione di Dio? Sento su di me la consapevolezza di essere figlio di compassione?”.
Al termine della celebrazione, Papa Francesco e i nuovi cardinali si sono recati con un pullmino al Monastero Mater Ecclesiae per incontrare il Papa emerito, Benedetto XVI.