Sinodo per l'Amazzonia

Camminare insieme

Aprendo l’Assemblea sinodale, Papa Francesco ha offerto ai partecipanti spunti di riflessione sul metodo da usare nello sviscerare i vari problemi. Ha parlato di “prudenza” e si è augurato che “Dio ci preservi dall’avidità dei nuovi colonialismi”. E sull’atteggiamento del servizio che deve improntare ogni azione ha sottolineato che: “un dono non si compra, non si scambia, non si vende: si riceve e si regala … se ce ne appropriamo, se mettiamo noi al centro e non lasciamo al centro il dono, da Pastori diventiamo funzionari … sparisce la gratuità, e così finiamo per servire noi stessi e servirci della Chiesa”. Un invito ovviamente che non è limitato ai componenti dell’assemblea sinodale, ma è rivolto a tutti, particolarmente a coloro i quali hanno il compito di guidare

(Foto Siciliani-Gennari/SIR)

“Tanti fratelli e sorelle in Amazzonia portano croci pesanti e attendono la consolazione liberante del Vangelo, la carezza d’amore della Chiesa. Per loro, con loro camminiamo insieme”. È Papa Francesco che parla agli intervenuti al Sinodo per l’Amazzonia, evento che si concluderà il prossimo 27 ottobre.
“Fare il Sinodo”, precisa il Papa, significa “camminare insieme”, alla ricerca della strada giusta da seguire.
Questa volta il tema è l’Amazzonia con le sue comunità. I 184 Padri sinodali non sono riuniti a Roma per una vacanza europea, ma per discutere sulle problematiche che coinvolgono le loro comunità. Dei 184 intervenuti, 113 rappresentano le comunità di nove nazioni (Perù, Bolivia, Brasile, Ecuador, Colombia, Venezuela, Surinam, Guyana francese e Repubblica cooperativista della Guyana). Ai Padri sinodali si aggiungono 17 rappresentanti dei popoli indigeni, 55 uditrici e uditori e 6 delegati fraterni.
Papa Francesco ha dato loro degli spunti di riflessione sul metodo da usare nello sviscerare i vari problemi. Ha parlato di “prudenza” chiarendo subito che essa è “la virtù del governo”, da non confondere con “la timidezza o la paura … (essa) è la virtù che dispone a discernere in ogni circostanza il nostro vero bene e a scegliere i mezzi adeguati … è la virtù del Pastore, che, per servire con saggezza, sa discernere, sensibile alla novità dello Spirito”. Ed aggiunge: “serve una prudenza audace per rinnovare i cammini per la Chiesa in Amazzonia”. Francesco, senza mezzi termini ha affermato: “Dio ci preservi dall’avidità dei nuovi colonialismi”. Parole pesanti, ma chiare, tali da raggiungere immediatamente l’obiettivo.
Un altro elemento che Papa Francesco ha messo in evidenza è quello dell’atteggiamento del servizio che deve improntare ogni azione. Servizio gratuito, il servizio evangelico dei “servi inutili” che vuole dire – ha precisato Francesco – “servi senza utile … significa che non ci diamo da fare per raggiungere un utile, un guadagno nostro, ma perché gratuitamente abbiamo ricevuto e gratuitamente diamo”.
E sulla gratuità del dono egli ha tra l’altro sottolineato che: “un dono non si compra, non si scambia, non si vende: si riceve e si regala … se ce ne appropriamo, se mettiamo noi al centro e non lasciamo al centro il dono, da Pastori diventiamo funzionari … sparisce la gratuità, e così finiamo per servire noi stessi e servirci della Chiesa”.
Un monito che non necessita di ulteriori chiarimenti perché indica con grande precisione la strada da percorrere. L’invito di Papa Francesco ovviamente non è limitato ai componenti dell’assemblea sinodale, ma è rivolto a tutti, particolarmente a coloro i quali hanno il compito di guidare.

(*) direttore “L’Araldo Abruzzese” (Teramo-Atri)