Viaggio apostolico
A colloquio con la Rev. Yoshie Nishi del movimento buddista della Rissho Kosei-Kai. “Il dialogo per lui è uno stile di vita. Si può dire che il dialogo è una icona di Papa Francesco perché ha capito che oggi in un mondo diviso e sempre più frammentato e in conflitto, il dialogo è cruciale. Noi pensiamo la stessa cosa e questa comune convinzione ci unisce profondamente”
Un viaggio nel cuore del Giappone per parlare al mondo di pace e rilanciare la cultura del dialogo e dell’incontro. Per farlo Papa Francesco anche qui chiamerà accanto a sé i leader delle grandi religioni perché la costruzione della pace è un lavoro lungo e paziente che ha bisogno di tutti. All’incontro per la pace di Hiroshima ci saranno rappresentanti dello shintoismo, del buddismo, musulmani ed ebrei. Per le chiese cristiane metropoliti ortodossi e pastori protestanti. Ad Hiroshima parteciperà per i buddisti un rappresentante del movimento Rissho Kosei-Kai. Fondato nel 1938 da Nikkyo Niwano, il movimento conta oggi 1,4 milioni di famiglie, 238 centri Dharma (spesso seguiti da ministri donne), presenti in 19 aree geografiche del mondo. Siamo a Suginami nella periferia di Tokyo. È qui che si trova il quartier generale della Rissho Kosei-Kai. Un insieme di uffici, templi e una grande “casa del pellegrino”. Al centro spicca un enorme edificio a 8 piani. È la “Grande Aura Sacra” che può arrivare a contenere fino a 1.400 persone. Ci sono voluti 8 anni per costruirla e la sua architettura oggi unisce simboli e tradizioni appartenenti a religioni diverse in sintonia con l’apertura al dialogo che caratterizza questo movimento.
Ci accoglie la Rev. Yoshie Nishi, responsabile della sezione giovanile del RKK. È stata recentemente a Roma, ospite di un simposio organizzato dal Movimento dei Focolari. Ha potuto incontrare e parlare in piazza San Pietro con Papa Francesco. Un colloquio breve che le ha lasciato il segno. “Lui mi ha ascoltato con grande attenzione e serietà. Il dialogo per lui è uno stile di vita. Si può dire che il dialogo sia una icona di Papa Francesco perché ha capito che oggi in un mondo diviso e sempre più frammentato e in conflitto, il dialogo è cruciale. Noi pensiamo la stessa cosa e questa comune convinzione ci unisce profondamente”.
Fin dalle sue origini, la Rissho Kosei-Kai ha fatto del dialogo interreligioso la sua cifra. Una vocazione che nasce dall’idea che gli uomini sono fratelli tra loro, abitanti dell’unica terra. Viaggiatori nell’unica barca della vita che procede nella stessa direzione. “L’impegno per la pace nel mondo parte da questa visione del mondo come unico posto dell’umanità”. Il suo presidente Niwano ha sostenuto progetti e conferenze di pace in tutto il mondo. Ha lavorato intensamente per il disarmo nucleare. Ha collaborato con le Nazioni Unite e la World Conference of Religions for Peace. Nel 1997 è andato in Bosnia e Erzegovina riunendo per la pace i 4 leader delle principali religioni del Paese per tentare di facilitare il processo di pacificazione in quel conflitto. Un’amicizia profonda lega la Rissho Kosei-Kai al Vaticano. Il suo fondatore Niwano è stato invitato – primo buddista nella storia della Chiesa – a partecipare al Concilio Vaticano II nel settembre del 1965 e nel corso di una udienza Paolo VI gli conferma e lo incoraggia nel suo impegno per il dialogo interreligioso.
Anche qui nel quartier generale di Suginami ci sono grande aspettative per l’arrivo in Giappone di Papa Francesco. “Spero – dice Nishi – che la sua visita e le sue parole possano incoraggiare, soprattutto i giovani, a lavorare per l’unità della famiglia umana in un mondo diviso, sempre più in conflitto. La nostra speranza è che questo viaggio possa essere non solo per il Giappone ma per il mondo intero una luce di speranza che possa incoraggiare leader politici ad abbandonare tutto ciò che divide per promuovere ovunque una cultura dell’incontro”.
C’è un altro appuntamento al quale la Rissho Kosei-Kai è stata invitata ed è l’incontro che a Tokyo il Papa avrà con i giovani. Il movimento – spiegano alla Rissho Kosei-Kai – nasce con lo scopo di aiutare le persone a “fare del mondo un posto migliore”. Lo fanno seguendo gli insegnamenti del Lotus Sutra che è il loro Libro di riferimento e riunendosi regolarmente in piccole comunità chiamate “Hoza” dove si siedono in cerchio e a turno confidano propositi e obiettivi di vita, difficoltà e fallimenti nella convinzione che se la persona raggiunge serenità e saggezza diventa a sua volta agente di cambiamento nella società. L’insegnamento del Lotus Sutra è fondato sui valori della dignità umana e della pace per tutti gli uomini. È il carisma di Buddha dispiegato al tempo moderno. Per questo il movimento spende grandi sforzi per i giovani. Una generazione – dicono – alle prese oggi con problemi e sfide nuove: il cambiamento climatico, la crisi economica, il vento delle nuove tecnologie. “I giovani in Giappone – racconta Nishi – hanno una bassissima auto-stima. Soffrono spesso e in maniera devastante crisi di inferiorità che li porta spesso alla depressione e purtroppo anche al suicidio. Hanno perso la speranza di vivere e guardare al futuro”. È da qui che parte il lavoro della Rissho Kosei-Kai con i giovani. Un lavoro alla scoperta di sé stessi, fatta insieme ad altri.
I giovani aspettano solo che qualcuno che dica loro: “tu sei prezioso”.
Anche questo modo di vedere e agire per i giovani è in profonda sintonia con Papa Francesco. “Anche il Papa guarda in ogni persona che incontra, il bene che è scritto dentro di lui. Speriamo che il Papa possa illuminare in questi giorni il bene e il bello presente nel cuore dei giovani e spronare anche loro a lavorare per la pace e il dialogo. A lavorare perché il loro futuro sia migliore del nostro presente”.