Società

La moglie di Cesare ovvero: giù la maschera!

Mio Dio, che cosa sta accadendo? È un crescendo di imbarbarimento in tutto il Paese. Il linguaggio è stato sdoganato, è cinico, becero, volgare, pieno di odio e nel complesso manifesta una superficialità in cui fanno a gara luoghi comuni e slogan di manifesta ignoranza e cattiveria.

Mio Dio, che cosa sta accadendo? È un crescendo di imbarbarimento in tutto il Paese.
Il linguaggio è stato sdoganato, è cinico, becero, volgare, pieno di odio e nel complesso manifesta una superficialità in cui fanno a gara luoghi comuni e slogan di manifesta ignoranza e cattiveria.
I comportamenti sono conseguenti e se possibile, anche peggiori. Sempre più frequenti sono i fatti di violenza estrema: dal disprezzo per lo straniero -tanto più se negro- e dall’esclusione degli ultimi, dalla pratica della disonestà e dell’arbitrio, dalla corruzione e dalla prevaricazione, e giù giù fino alla vendetta e all’assassinio. “Non vuoi più essere mia, allora non sarai più di nessuno”.
L’odio crea continuamente il nemico, per far gonfiare il petto degli idioti senza valori; non potendo salire sullo sgabello, tagliano le gambe agli altri e infine uccidono.
Le vittime immediate sono i deboli, ma poi anche tutti quelli che rappresentano la legalità: le forze dell’Ordine, i medici, quelli che hanno una Autorità, anche se piccola.
È pur vero che molta responsabilità l’hanno i politicanti che cercano l’effimero successo del voto e dell’applauso delle piazze e irridono al Bene Comune e da tempo non affrontano la più difficile strada della concordia, del dialogo e della tolleranza; e che la occhiuta banalizzazione ed emarginazione della cultura priva tanti del senso critico e di orizzonti più vasti: ma c’è una radice maligna e profonda che avvelena la nostra società, e dobbiamo rendercene conto.
Il crescente abbandono della Fede e della pratica religiosa apportatrice di valori e proposte positive fatta da una parte significativa della popolazione, che però non trova nemmeno una alternativa morale ed etica laica, fa piombare tutti quelli che hanno perso il senso del vivere e della convivenza civile nella morte della ragione e del cuore.
Quando si perdono i valori, emergono i surrogati fasulli dell’egocentrismo: il denaro, il potere, il sesso, la violenza.
Ma non basta proporre e sostenere i valori positivi: bisogna che ciascuno li viva e le sue parole non siano in contraddizione con la sua vita, anche privata, anche nascosta.
Questo vale per tutti: certamente nella società e nella famiglia e a maggior ragione per chi, nella Chiesa, laico o religioso (fosse ben prete o vescovo), è posto come guida. Come già affermavano i Romani, chiediamo che sia senza macchia anche la moglie di Cesare.
Non basta condannare le grandi disonestà, bisogna anche evitare quelle piccole, le opacità, i silenzi compiacenti e complici.
Giù la maschera, allora! Dio non si ferma all’apparenza, non si lascia ingannare dall’esteriorità ma vede nel cuore, nel profondo di quell’anima in cui tanti temono di guardarsi.
Non illudiamoci di trovare la soluzione indicando le colpe negli altri; la risposta giusta è vicina.
Per cambiare il mondo prima bisogna che ciascuno cambi sé stesso. La società è malata perché sono malati i suoi componenti.
Dopo la diagnosi, la terapia non si può rimandare e se non basta la amara medicina bisogna passare al bisturi del chirurgo.
Gesù ci accompagna nella via della verità e della vita che fa di ogni creatura il capolavoro di Dio.

(*)  direttore de “La Vita Casalese” (Casale Monferrato)