Abusi

Cile: Compagnia di Gesù, espulso padre Leonel Ibabache, riconosciuto responsabile di violenze su 5 minori

La Compagnia di Gesù in Cile riferisce di aver ricevuto dal superiore generale, padre Arturo Sosa, due decreti relativi a padre Leonel Ibacache, oggi novantaseienne. Si tratta di un decreto extragiudiziale che conclude il processo penale amministrativo ordinato dalla Congregazione per la dottrina della fede (Cdf) e che stabilisce che i crimini di abuso sessuale contro cinque minori sono stati chiaramente accertati dall’indagine e confermati nel processo.
Nel decreto si informa che la Congregazione vaticana ha chiesto al padre generale di imporre le previste sanzioni per questi crimini, quindi il suddetto decreto stabilisce una pena perpetua che proibisce al sacerdote, senza un limite di tempo, di celebrare i sacramenti in pubblico o in privato; esercitare qualsiasi ministero pastorale; avere contatti con i minori.
Il secondo decreto del superiore generale determina l’espulsione di padre Ibacache dalla Compagnia di Gesù, secondo i termini del canone 695 del codice di diritto canonico. Il comunicato della Compagnia di Gesù ricorda che, nel febbraio 2018, padre Cristián del Campo, allora provinciale, “ha ricevuto una denuncia per abuso sessuale contro padre Ibacache. Pertanto, ha decretato l’apertura di un’indagine previa, affidata a Waldo Bown. Nell’adempiere a tale incarico, Bown ha ricevuto la testimonianza di cinque denuncianti, che hanno accusato padre Ibacache di gravi crimini contro minori. Le vittime avevano meno di 16 anni al momento degli eventi (tra il 1968 e il 1995)”.
Considerando il suo deterioramento mentale e fisico, tipico dei suoi 96 anni, padre Ibacache continuerà a vivere in una casa della Compagnia di Gesù, sotto assistenza medica e rispettando le sanzioni inflitte.
Alla fine “di questo processo canonico, e come stiamo facendo in altre situazioni dolorose, la nostra prima priorità sarà quella di mettere a disposizione i mezzi necessari per aiutare le vittime nei processi di riparazione”, conclude la Compagnia di Gesù.