Direzione spirituale

Papa Francesco: presentazione scritti padre Fiorito, “parlava poco, ma aveva una grande capacità di ascolto”

(Foto Siciliani-Gennari/SIR)

“Perché non far fare la presentazione a uno dei suo discepoli?”. “Chi, per esempio?”. “Io!”. È questa la genesi della scelta di un Papa di presentare personalmente gli scritti del suo padre spiritale. Lo ha raccontato lo stesso Papa Francesco, riferendo di una conversazione svoltasi tra lui e padre Antonio Spadaro, direttore de La civiltà cattolica, che pubblica in cinque volumi gli Scritti del Padre Miguel Angel Fiorito (1916-2005), curati da padre José Luis Narvaja. “Fiorito parlava poco, ma aveva una grande capacità di ascolto, un ascolto capace di discernimento, che è una delle colonne del dialogo”, la testimonianza offerta dal Papa nella sede della Casa Generalizia della Compagnia di Gesù. “Fiorito non ha fatto molto per farsi conoscere, ma da buon maestro ha fatto conoscere molti buoni autori ai suoi discepoli”, ha raccontato Francesco: “Dire anzi che ci faceva gustare il meglio dei migliori, selezionando testi e commentandoli. Era un uomo sempre a caccia dei segni dei tempi, attento a ciò che lo Spirito dice alla Chiesa per il bene degli uomini, tramite la voce di una grande varietà di autori, attuali e classici”. “E’ stato lui a insegnarci la via del discernimento”, ha sottolineato Bergoglio esprimendo la sua “gratitudine per tutto ciò che la Compagnia di Gesù mi ha dato e ha fatto per me. Nella persona del Maestro Fiorito sono compresi tanti gesuiti che sono stati miei formatori”. “Per noi gesuiti rileggere i testi di questi volumi significa ripercorrere la nostra storia”, ha fatto notare il Papa, che a proposito di “metastoria” ha sottolineato il legame tra Fiorito e John Henry Newman, canonizzato di recente da Francesco, che diceva: “La Chiesa cattolica non perde mai ciò che ha posseduto una volta. Piuttosto che passare da una fase all’altra della vita, essa si porta dietro la sua giovinezza e la sua maturità nella propria vecchiaia. La Chiesa non ha cambiato ciò che possedeva, ma lo ha accumulato e, a seconda della circostanza, estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche”.