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Migrazioni: Istat, lieve aumento per i trasferimenti di residenza interni. Le Regioni del Mezzogiorno perdono risorse qualificate

Nel 2018 il volume complessivo della mobilità interna è di un milione 358mila trasferimenti, leggermente in aumento rispetto al 2017 (+1,8%). Lo comunica oggi l’Istat nel report “Iscrizioni e cancellazioni anagrafiche della popolazione residente” relativo all’anno 2018.
Stando ai dati diffusi, in valore assoluto, le Regioni in cui si registra il volume più elevato di iscrizioni e cancellazioni anagrafiche sono la Lombardia (303mila iscrizioni e 280mila cancellazioni), il Veneto (135mila e 128mila) e il Piemonte (125mila e 121mila cancellazioni); in termini relativi, invece, rapportando il numero di iscrizioni e cancellazioni alla popolazione residente, la Regione che mostra una dinamica migratoria interna più vivace è la Valle d’Aosta, seguita da Lombardia e provincia autonoma di Trento. Le Regioni meno dinamiche sono Basilicata, Puglia e Calabria, “In generale – nota l’Istat –, tutte le regioni del Centro-nord mostrano saldi netti positivi o prossimi allo zero; viceversa, le Regioni del Mezzogiorno mettono in evidenza perdite nette di popolazione”.
La percentuale di uomini sul totale dei migranti interni è pari al 50,5% e anche l’età media alla data del trasferimento è molto vicina, leggermente posticipata per le donne (35 uomini e 36,5 donne).
“L’età – si legge nel report – è uno dei fattori che più influenza il comportamento migratorio: i trasferimenti di residenza in età lavorativa sono, in generale, più numerosi rispetto a quelli registrati per le altre fasce di età”. Nel 2018, quasi la metà di chi si è spostato da un comune all’altro all’interno del Paese ha un’età compresa tra i 15 e i 40 anni. Una quota significativa di trasferimenti (27%) si osserva anche nella fascia di età tra i 41 e i 64 anni.
La mobilità residenziale coinvolge soprattutto gli italiani: su cinque persone che cambiano residenza quattro hanno cittadinanza italiana. Nel 2018, i cittadini italiani che si sono trasferiti all’interno del territorio sono circa 1 milione 114mila contro 244mila stranieri, questi ultimi in aumento rispetto al 2017 (+5%). Tuttavia, la propensione alla mobilità interna degli stranieri è più del doppio di quella degli italiani: il tasso di mobilità interna è al 4,7% per gli stranieri, al 2% per gli italiani.
Infine, gli spostamenti interregionali di maggiore interesse riguardano la direttrice che parte dal Mezzogiorno e si dirige al Centro-nord. Sono oltre 117mila i movimenti da Sud e Isole che hanno come destinazione le Regioni del Centro e del Nord (+7% rispetto al 2017); di un certo rilievo sono anche i trasferimenti sulla rotta ‘inversa’ (55mila), dal Centro-nord al Mezzogiorno. Con riferimento al titolo di studio, i movimenti degli italiani di 25 anni e più con almeno la laurea che partono dalle Regioni del Mezzogiorno e si dirigono verso quelle del Centro-nord (al netto dei rientri) hanno provocato, nel 2018, una perdita di oltre 16mila residenti.