Campagna

Accoglienza: nasce Comitato romano #IoAccolgo, “una moratoria delle uscite dai centri”

È nato in questi giorni il Comitato romano della Campagna nazionale “IoAccolgo“, alla quale aderiscono circa 600 realtà della società civile, con l’obiettivo di “ridurre gli effetti negativi provocati dalle ultime riforme legislative in materia di “sicurezza”, asilo e immigrazione. “Vogliamo dare voce e visibilità – scrive il Comitato – ai tanti cittadini che condividono i valori dell’accoglienza e della solidarietà e che vogliono esprimere il proprio dissenso rispetto alle politiche securitarie che colpiscono non le diseguaglianze ma i poveri”. Il Comitato romano “si impegna a promuovere e rafforzare a Roma interventi di accoglienza diffusa, azioni di tutela dei diritti e servizi di inclusione sociale di richiedenti asilo e titolari di protezione espulsi dal sistema di accoglienza proprio a causa del cosiddetto decreto sicurezza dell’ottobre 2018”. Il comitato ricorda che lo scorso anno sono morte 14 persone italiane e straniere a causa del freddo. Giudicano perciò il nuovo piano freddo del Comune di Roma (450 posti totali) “del tutto insufficiente a garantire che queste tragedie non si ripetano”. Secondo le stime di  ActionAid a Roma si sono persi circa 600 posti nei centri di accoglienza per stranieri tra dicembre 2018 e luglio 2019. Nelle 54 strutture gestite dall’Ufficio immigrazione sono attualmente ospitate 2.982 persone, mentre circa 7.657 persone hanno chiesto accoglienza tramite l’Ufficio immigrazione del Comune tra il luglio 2017 e l’ottobre 2019. Secondo il Comitato sono numeri “indicativi dell’inadeguatezza sempre più marcata del sistema di accoglienza: tra quanti si sono rivolti allo Sportello Unico, molti sono i titolari di protezione umanitaria, ora abrogata (1.742 casi), e sono circa 1.400 le persone irregolari”. A queste situazioni si aggiungono le 8.000 persone senza dimora e oltre 3.000 che vivono in ripari di fortuna stimate a Roma dalla  Comunità di Sant’Egidio. Il Comitato ha chiesto un incontro alla sindaca Virginia Raggi, agli assessori competenti e a Gerarda Pantalone, prefetto di Roma, per esporre varie richieste, tra cui “una moratoria sulle dimissioni dai centri di accoglienza fino al 30 marzo 2020, permettendo di trascorrere al riparo i mesi più freddi a coloro che rischiano di essere estromessi dalle strutture per decorrenza dei termini”.