Messaggio

Natale: mons. Melis (Ozieri), “Dio entra nella vita delle persone per realizzarne autenticamente la felicità”

“Il cuore del Natale sta in quella nascita reale e concreta, attraverso la quale Dio ha deciso di condividere la condizione dell’uomo e realizzare una presenza che va al di là di ogni aspettativa. Quella di entrare nella vita delle persone e realizzarne autenticamente la felicità. Perciò restituire il Natale a Cristo, unico legittimo protagonista, diventa una priorità realizzabile solo se l’uomo si mette in ascolto e ha il coraggio di guardare le cose dall’alto”. Così il vescovo di Ozieri, mons. Corrado Melis, nel messaggio diffuso in occasione delle festività natalizie.
“Contro ogni tendenza – ammonisce il vescovo –, noi vogliamo fare del Natale la celebrazione della nascita di Gesù Cristo e rivestire di novità una storia che si ripete nelle persone e negli eventi da ben duemila anni e oltre”.
“Con stupore e meraviglia riscopriamo il senso del Natale facendo il presepio come ci ha esortato recentemente Papa Francesco”, prosegue il vescovo citando le parole dell’Admirabile signum: “San Francesco, con la semplicità di quel segno, realizzò una grande opera di evangelizzazione. Il suo insegnamento è penetrato nel cuore dei cristiani e permane fino ai nostri giorni come una genuina forma per riproporre la bellezza della nostra fede con semplicità”. “Con il presepio siamo invitati ad immaginare di toccare il Natale!”, osserva mons. Melis, ricordando appunto che il Papa ha definito il presepio “Admirabile signum, niente di più bello e di più profondo da essere allestito nel guscio di una noce alla maestosità di piazza S. Pietro”. “Ma è la parola ‘segno’ che è decisiva”, evidenzia il vescovo: “Ogni segno ha tre facce, come ci insegnano a scuola: è dimostrativo, cioè riguarda il presente; è commemorativo, in quanto riguarda il passato, ed è prefigurativo, in quanto addita il futuro. Proprio come l’esistenza di Gesù Cristo e l’annuncio della nostra fede: ieri, oggi e sempre (Eb 13,8)”.
“Come i pastori – conclude mons. Melis –, anche noi donne e uomini del terzo millennio accogliamo le parole dell’angelo: ‘Questo per voi il segno: un bambino avvolto in fasce, che giace in una mangiatoia’. Non c’è altro Natale! Come vi auguro di cuore”.