Omelia

Natale: Palermo, messa di mons. Lorefice alla missione Speranza e Carità. Ricorda le “mamme che hanno partorito e quelle morte in mare”

“Ciò che ci accomuna tutti è il desiderio che si realizzi la promessa del Signore, che la nostra vita non sia più abbandonata né tantomeno devastata. Oggi ciò che ci accomuna è questo desiderio di salvezza, di conoscere l’opera di Dio nella nostra vita”. Lo ha detto l’arcivescovo di Palermo, mons. Corrado Lorefice, nell’omelia della messa di Natale che ha celebrato stasera nella chiesa della Missione Speranza e Carità, fondata da Biagio Conte, con le persone povere, migranti e disabili accolte. “Avere gli occhi per l’altro che mi sta accanto – ha aggiunto il presule -. Ecco perché è bello riconoscerci prima di ogni titolo. Guardando l’altro, diciamo prima che il Figlio di Dio si è fatto come noi. Ci accomuna questa umanità. È bello che qui possiamo esprimerla in tutte le diverse culture, lingue e anche nell’appartenenza a credi religiosi diversi”. Nelle parole dell’arcivescovo la gioia di ritrovarsi “in questa casa di preghiera dove tutti i popoli possono venire”. Poi, la condanna di “questo clima di odi, di parole vuote che determinano i nostri stili di vita”. “Ma noi siamo qui per prendere con noi questo Bambino”. Infine, il ricordo delle “mamme che hanno partorito attraversando questo mare” (il Mediterraneo, ndr) e di quelle che “sono morte”. “Non prevalgano l’arroganza, la chiusura, l’interesse, l’insensibilità, non si costruiscano muri, già nel cuore, prima ancora che fisicamente”.
Mons. Lorefice è stato accolto tra gli abbracci dagli ospiti della Missione, nel pomeriggio, mentre la comunità stava preparando il presepe all’esterno della chiesa. Un telo copre la statua del Bambino Gesù, mentre un agnellino saltella nell’atrio di fronte alla Chiesa che avrebbe ospitato la celebrazione. Dal fondatore della Missione, Biagio Conte, arriva un appello per donare, in questo Natale, un letto: una rete, un materasso e un cuscino per i poveri accolti. “Aiutateci a migliorare il luogo dove dormono e vivono. Vogliamo dare più dignità ai poveri, insieme possiamo farcela”.