YARA
Il dolore non cancella le domande
È tanto il dolore e sono tante le domande che molti si fanno dopo il ritrovamento del corpo di Yara Gambirasio, la tredicenne di Brembate (Bergamo) scomparsa tre mesi fa, in un terreno già perlustrato dalle ricerche. "Perché non sono riusciti a trovare Yara? Come è possibile che il corpo fosse in un posto così raggiungibile e sia stato trovato per caso? È assurdo, come è possibile che non se ne siano accorti?", si chiede anche Natalina Orlandi, sorella di Emanuela Orlandi, vicepresidente nazionale di “Penelope Italia” (www.penelope.org) e presidente di “Penelope Lazio”, una delle sedi territoriali dell’associazione delle famiglie e degli amici delle persone scomparse. Nel Lazio è stata presentata di recente una proposta di legge regionale per prevenire e contrastare il fenomeno della scomparsa dei minori e sostenere le loro famiglie. Se venisse approvata sarebbe la prima in materia in Italia: una legge nazionale è, infatti, bloccata al Senato da tre legislature, nonostante sia stata sottoscritta da tutti gli schieramenti. In Italia, sono 24.111 le persone scomparse e non ancora ritrovate dal 1974 a oggi, di cui 9.336 sono minori (di cui circa l’80% stranieri).
Il primo pensiero va sicuramente ai familiari di Yara. Cosa vorrebbe dire loro?
"Quando li ho visti in televisione mi è sembrato di rivedere mio padre e mia madre. È stata un’emozione fortissima. Vorrei dire loro che gli siamo vicini, che capiamo benissimo quali sono i loro sentimenti. All’inizio è difficile darsi pace. Poi si spera che queste esperienze servano almeno a far in modo che nessun’altro debba subirle".
Questo caso ha suscitato tante domande. Cosa vorrebbe chiedere agli investigatori?
"Dobbiamo chiedere a gran voce che ci siano delle persone veramente competenti, che sappiano muoversi bene quando scompare una persona. C’è un vuoto, c’è qualcosa che non va. In ogni regione ci dovrebbe essere un pool di persone predisposte alla ricerca degli scomparsi. Bisogna allertarsi immediatamente soprattutto quando scompare un minore, che corre sempre dei rischi, perché può essere più facilmente abbindolato".
Nella vostra proposta di legge nazionale chiedete anche maggiori poteri per il Commissario straordinario del governo per le persone scomparse. Perché?
"In questo momento il Commissario straordinario non ha nessun potere. Ora fa solo da tramite tra istituzioni e familiari, chiede agli inquirenti a che punto stanno le indagini e riferisce alle famiglie, ma non può interferire. Invece dovrebbe essere una figura di raccordo tra le forze dell’ordine predisposte alla ricerca. In questo modo si farebbe riferimento ad una persona sola".
E sul territorio?
"Sul territorio bisognerebbe trovare un raccordo tra vigili del fuoco, protezione civile, soccorso alpino, ossia tra tutti coloro che sono impegnati nelle ricerche. Se ogni prefettura creasse, in ogni regione, un tavolo tecnico con un corpo specializzato per questo tipo di interventi come succede per il terremoto o altri eventi forse qualcosa di più si potrebbe fare. Mi rendo conto che sono situazioni non facili da gestire, ma forse servirebbe più coordinamento e organizzazione. Mi hanno parlato anche di fondi dell’Unione europea da utilizzare, nei territori, per corsi di aggiornamento e istruzione per corpi specializzati. Potrebbero essere usati a questo scopo".
Ha trovato analogie con la scomparsa di sua sorella?
"Molti aspetti di questo caso erano simili alla sparizione di Emanuela: era una ragazzina semplice come lei; sicuramente Yara si è allontanata con qualcuno che conosceva; non si capisce la motivazione del delitto".
A questo punto quale auspicio?
"Speriamo almeno che questa tragedia serva ad una riflessione collettiva per organizzare meglio le ricerche, perché si riesca veramente a battere a tappeto un territorio. Apprezziamo la buona volontà dei volontari, ma in questi casi non bisogna spostare le macerie, bisogna cercare qualsiasi dettaglio che possa essere utile. Allora servirebbero dei gruppi preparati che possano guidare i volontari".
Quali sono i prossimi appuntamenti di "Penelope"?
"Il 23 marzo andremo in udienza dal Papa, durante la catechesi in Aula Nervi. Saremo un gruppo numeroso da tutta Italia. Speriamo che serva per far conoscere la nostra associazione e darle maggiore solidità. Il 20 marzo a Orvieto ricorderemo Davide Barbieri, che il 21 marzo avrebbe compiuto 30 anni. Celebreremo una messa nel convento dei cappuccini. Davide si è allontanato da una casa di cura a Orvieto dopo 10 giorni dal ricovero. Gli operatori se ne sono accorti, lo hanno seguito, poi lo hanno lasciato andare. E lui è sparito. La mamma vuole far pace con i posti dove è scomparso il figlio. Ha coinvolto tutti quelli che si sono occupati della sua scomparsa: magistrati, procuratori, ecc. Uno speleologo del soccorso alpino ci spiegherà come avvengono le ricerche. Per noi queste informazioni sono molto utili. Il 25 maggio è la Giornata dei minori scomparsi, quindi stiamo pensando di organizzare qualcosa il 21 maggio".