REGNO UNITO

“Ten Ten”: teatro, vita e fede

La compagnia teatrale inglese da una decina di anni gira scuole, parrocchie e carceri per leggere l’esistenza quotidiana con gli occhi del vangelo

Popolarissima nel mondo cattolico e già ospitata decine di migliaia di scuole cristiane, la compagnia teatrale “Ten Ten” diffonde il messaggio del Vangelo aiutando bambini, giovani e adulti a calarlo nella vita di tutti i giorni. Un’esperienza tra arte, cultura, educazione e fede in attività da quasi un decennio nel Regno Unito.

Divisi per salvarsi. Siamo a Londra, durante la seconda guerra mondiale, e un bambino sfollato in campagna per mesi riesce a scappare e sta cercando la sua mamma. La scena spezza il cuore. La strada dove abitava è mezza distrutta, i negozi più famigliari, quello dei dolci, per esempio, scomparsi. L’angoscia comincia ad occupare il volto del piccolo. Forse anche la mamma non c’è più. Per fortuna tutto si risolve bene. La mamma è viva. È diventata crocerossina per l’esercito e spiega al bambino che è importante che lui rimanga in campagna per mettersi in salvo e rendersi utile al contadino che lo ospita. Anche la mamma soffre del distacco, ma è una sofferenza positiva che va vissuta.

Agire le emozioni per dominarle. Con questo spettacolo, presentato in centinaia di scuole cattoliche in tutta l’Inghilterra, la compagnia teatrale “Ten Ten theatre” aiuta i bambini dell’ultimo anno della scuola primaria a fare i conti con le difficili emozioni del distacco prima del passaggio alla scuola superiore. Gli undicenni guardano la storia e sono invitati a parlare di che cosa significa separarsi, perché bisogna farlo, perché è importante per crescere. Gli attori li guidano in una discussione che li aiuta a tirare fuori le loro emozioni, a capirle e padroneggiarle, per fare le scelte giuste senza perdersi su strade sbagliate.

Nel West End di Londra. Inventata nel 2006 dai fratelli Clare e Martin O’Brien per diffondere nelle scuole cattoliche un programma di educazione sessuale costruito attorno alla teologia del corpo di Giovanni Paolo II, questa charity di grande successo lavora con oltre 65.000 scuole cristiane, soprattutto cattoliche, e anche in strutture penitenziarie, parrocchie e centri sociali, in tutta l’Inghilterra, il Galles e la Scozia e ha messo in scena spettacoli importanti anche sui palcoscenici del famoso West End londinese.

Al centro sempre il Vangelo. Il nome “Ten ten”, ovvero “Dieci, dieci” viene dal Vangelo di Giovanni, capitolo 10 versetto 10: “Io sono venuto perché possiate avere vita e viverla pienamente”. E certo la compagnia “Dieci, dieci” la vita la dà o la restituisce, in pienezza, a tutti i bambini, ragazzi e genitori che incontra nella convinzione “che i giovani debbano essere allevati in un ambiente affettuoso e sicuro e cresciuti con un senso di responsabilità per loro stessi e per chi li circonda”. Il successo dell’impresa, che conta soltanto sui soldi raccolti con gli spettacoli e su donazioni, e non ha nessuna forma di sponsorizzazione pubblica, è dovuto, senza dubbio, alla preparazione professionale dei due fondatori, l’esperienza commerciale di Clare, già manager della famosa casa d’aste londinese Christie’s, e l’abilità sul palcoscenico di suo fratello Martin, che ha lavorato nei più noti teatri della capitale britannica. Oggi l’organizzazione impiega oltre 30 attori professionisti.

Anche nelle carceri e nelle parrocchie. Con sceneggiatura e costumi gli attori “Dieci dieci” affrontano l’intera gamma dei problemi sociali. Dagli assalti con i coltelli, ormai così frequenti nei quartieri più malfamati di Londra, a famiglie che collassano, alla droga. I genitori spesso partecipano alle sessioni organizzate nelle scuole e la compagnia lavora anche con i detenuti nelle prigioni e nelle parrocchie. Fra gli spettacoli “Ten ten” ispirati dall’opera di Papa Giovanni Paolo II, lui stesso appassionato attore e drammaturgo, anche una rappresentazione dedicata alla educazione sessuale per le scuole elementari e superiori. In “Chased”, ovvero “Inseguito”, va in scena la storia di Scott e Carly così confusi dal mondo che abitano e dal loro sviluppo fisico che, vittime della pressione che viene da amici, televisione e cinema, perdono quasi di vista la loro dignità. Eppure, nel corso della storia, riescono a individuare i desideri più profondi del loro cuore. Rispettare loro stessi e gli altri, sentirsi amati e amare proprio come ha fatto Gesù. Così, seguendo lo spettacolo e discutendolo, ma anche pregando i tredicenni capiscono che cosa vuol dire “essere nel mondo” ma “non del mondo”.