CHIESA E BIOETICA
Convegno internazionale in corso a Noto su ”Venire alla vita”
Il miracolo della nascita e l’importanza di accogliere la vita sono stati, ieri, due degli argomenti al centro della prima giornata del III Convegno internazionale di bioetica in corso a Noto (Siracusa). Ad introdurre i lavori – che vedono riuniti esperti del mondo medico-scientifico, teologico e giuridico – è stato il vescovo della diocesi, mons. Antonio Staglianò, che ha condotto una riflessione sull’uomo "creato a immagine e somiglianza di Dio, in cui l’essere divino risplende in tutta la sua forza". "Senza il rapporto con l’infinito e la trascendenza – ha ammonito mons. Staglianò – la nostra natura umana si avvia alla degenerazione e all’impoverimento. L’origine remota del venire al mondo va ricercata nella relazione d’amore eterna fra Padre e Figlio: la generazione".
Lo stupore per la vita e l’importanza di dirle "sì". Secondo Salvatore Maurizio Sessa, docente di teologia biblica alla Pontificia Università della Santa Croce di Roma, "la rivelazione biblica può aiutare a comprendere il senso della vita che arriva nel mondo. Nella Bibbia i riferimenti alla gestazione esprimono tutto lo stupore per il miracolo del concepimento". "Il figlio che viene alla luce – ha aggiunto – è una promessa che si compie, una parola di benedizione". "L’Istruzione Dignitas Persona: su alcune questioni di bioetica, promulgata dalla Congregazione della Dottrina della Fede nel settembre 2008, è un grande ‘sì’ alla vita umana": ne è convinto Antonio Stefano Modica, dottorando in bioetica all Pontificio Ateneo "Regina Apostolorum" di Roma, per il quale "il Magistero della Chiesa incoraggia la scienza biomedica affinchè sia veramente rispettosa della dignità di ogni essere umano e del suo venire alla luce. Il che non deve essere frainteso con una volontà di arrestare il progresso scientifico, bensì con una volontà di preservare il bene più prezioso: la vita umana".
L’embrione umano tra enigma e mistero. A spiegare la differenza fra queste due parole è stato Gian Antonio Dei Tos, docente allo Studium Generale "Marcianum" di Venezia e autore di quaranta pubblicazioni scientifiche su argomenti di bioetica. "Quando la dimensione umana è assunta come semplice enigma, diventa un oggetto che può essere risolto mediante la ricerca umana; il mistero, invece, è una realtà che esige di essere ascoltata e accolta, e nella quale è possibile penetrare solo parzialmente. L’embrione umano è un mistero, che appare immensamente più grande dei nostri tentativi di approssimazione". "La certezza di essere stati noi stessi embrioni – ha concluso Dei Tos – ci obbliga a rispettarne profondamente la dignità". "Il figlio è già titolare di diritti non per voce di chi gli ha dato la vita, ma per voce propria", conferma Alfredo Anzani, docente di Etica clinica all’Università Vita e Salute San Raffaele di Milano. "Va desiderato come valore in sé, come fine, mai come mezzo. Da qui scaturisce il discernimento doveroso e responsabile che deve contraddistinguere l’operato del medico e della coppia. Non esiste un "diritto" al figlio a qualunque costo".
Le incognite della diagnosi prenatale. Sulla diagnosi prenatale si è soffermato Pierluigi Bruschettini, che insegna pediatria all’Università di Genova e opera all’Ospedale Gaslini. "Occorre informare accuratamente i genitori – ha avvertito – sulle modalità e i rischi di questi accertamenti diagnostici, tenendo anche conto della loro condizione emotiva. Non sempre una coppia, pur essendo fisicamente pronta alla genitorialità, lo è anche psicologicamente". Se da una parte l’introduzione di una diagnostica prenotale "di massa" sta portando alla diminuzione di alcune patologie, dall’altra non si può dimenticare che è compito della medicina anche prendere in carico i soggetti affetti da malattie genetiche, migliorandone la qualità di vita e valorizzando la loro presenza nella società. "Nel caso della sindrome di down, ad esempio, il livello medio dell’assistenza si è alzato moltissimo", ha spiegato Bruno Dallapiccola, direttore scientifico dell’Ospedale Bambin Gesù di Roma. "Non è raro quindi che queste persone lavorino e conseguano traguardi soddisfacenti negli studi, integrandosi a pieno titolo con gli altri".
La prevenzione delle patologie congenite. Eppure, "per evitare molti problemi al nascituro, basterebbe seguire regole di comportamento semplici e di comprovata efficacia", ha sottolineato Paolo Gastaldi, medico ostetrico all’International Clearinghouse for Centre on Birth Defects and Prematury di Roma. "L’astensione da fumo, alcool e stupefacenti, la sospensione o sostituzione di determinati farmaci, l’assunzione di acido folico e il controllo dell’alimentazione sono alcune delle precauzioni da tenere per favorire una gravidanza serena e un figlio in salute".