Il caso Circumvesuviana
Stazione della Circumvesuviana di Napoli. Una mattina di luglio. Ore 8,37. È in partenza per Sorrento il Campania Express, un treno inaugurato due mesi fa. Il target sono i turisti che vogliono raggiungere esclusivamente Ercolano, Pompei o Sorrento. Sono queste le uniche fermate previste. Cinquanta minuti di percorrenza, con tutti i comfort: aria condizionata, video proiettati a bordo, hostess e steward pronti ad accogliere i passeggeri e a rispondere alle loro esigenze. Costo del biglietto 15 euro. Peccato che sul quel treno salgano veramente in pochi. Eppure, quel treno costa parecchio alla Regione: secondo quanto riportato da giornali locali addirittura centomila euro al mese.
Stazione della Circumvesuviana di Napoli. Una mattina di luglio. Ore 9,09. La banchina è così stracolma che a stento si riesce a fare qualche passo. Tutti sono in attesa del treno per Sorrento. Un allegro e rumoroso “popolo del mare” è in attesa del treno che li porterà nelle mete turistiche agognate per un tuffo nel blu. Il viaggio sarà tutt’altro che agevole. Un’ora e un quarto, un’ora e venti se tutto va bene, stipati come sardine, senza aria condizionata, su treni vecchi, sui quali spesso si rompe qualche pezzo. Costo 3,60 euro, solo andata. Se scegli la formula che comprende l’utilizzo di un altro mezzo 4,50 euro, sempre solo andata.
Stazione di Sorrento. Una domenica sera di luglio. Ore 17,56. Tutti sotto il sole, che picchia ancora forte, in attesa del treno, che non c’è. E non ci sarà. Dopo un po’ di tempo viene annunciato quello che tutti temevano: è stato soppresso. Il treno successivo partirà alle 18,22. Metterà due ore per arrivare a Napoli. Il caldo è insopportabile, la gente è accalcata fino all’inverosimile. Probabilmente se qualcuno svenisse per il caldo, non cadrebbe a terra, perché non c’è lo spazio. Due ore pesanti anche per gli schiamazzi, gli insulti, le grida, i pianti di bimbi piccoli sfiniti per un viaggio da incubo.
Ma perché il treno della domenica pomeriggio è stato soppresso? Semplice. Perché mancano i treni (quelli nuovi – i Metrostar – sono solo otto, ma due sono dedicati esclusivamente al servizio di Campania Express, i vecchi sono pochi e malridotti) o per le agitazioni dei lavoratori della Circumvesuviana che sono sempre pagati in ritardo. Una domanda sorge spontanea: perché si continua a investire su un servizio – Campania Express – che rende poco, non avendo avuto un riscontro da parte degli utenti, e costa molto, piuttosto che puntare ad un aumento del numero di treni utilizzati da migliaia di pendolari? Una domanda a cui tutti vorrebbero trovare una risposta.