CHIESE IN BREVE

Svizzera, Ungheria, Ccee, Comece

Svizzera: dai vescovi un appello per i profughi
I vescovi svizzeri rinnovano l’appello a portare aiuto “a tutte le persone in situazione di miseria e di angoscia” a causa delle migrazioni forzate. L’appello sale da Givisiez, nel canton Friburgo, al termine dell’assemblea plenaria della Conferenza episcopale, riunitasi dal 31 agosto al 2 settembre. Vari i temi in agenda: in particolare i vescovi hanno discusso di migrazioni, del prossimo Sinodo sulla famiglia e hanno eletto il prossimo presidente della Conferenza episcopale che sarà, nel triennio 2016-2018, mons. Charles Morerod, vescovo di Losanna, Ginevra e Friburgo. Sulle migrazioni i vescovi parlano di “avvenimenti drammatici” in corso in varie parti del mondo e dunque anche in Europa, segnalando però che solo una minima parte delle persone in movimento o in fuga dai propri Paesi giunge in Europa. Le migrazioni bussano inoltre alle porte della Confederazione: “Si tratta di una situazione – si legge nella nota episcopale – che mette alla prova la tradizione umanitaria della Svizzera”. Ma a questo punto i vescovi richiamano il valore della solidarietà e l’impegno a salvare vite umane, e sostengono con forza le iniziative assunte dalla Caritas svizzera.

Ungheria: dichiarazione episcopale sui migranti
“La Conferenza episcopale ungherese sollecita le istituzioni caritative cattoliche – in sintonia con quanto già chiesto da Papa Francesco – a trovare i modi più efficaci per fornire assistenza in collaborazione con gli enti pubblici per quanto si sta verificando nel Paese, nel rispetto dei diritti specifici di questa situazione umanitaria”. Così si legge in una “dichiarazione sulla situazione dei rifugiati” pubblicata il 3 settembre e adottata durante la sessione autunnale della Conferenza episcopale ungherese (Budapest, 1-2 settembre). I vescovi ungheresi, nel corso dell’assemblea plenaria hanno eletto alla presidenza della Conferenza episcopale il vescovo di Szombathely, Andras Veres. Il cardinale di Budapest Peter Erdö, che è anche presidente del Ccee, ha infatti terminato i 5 anni del suo mandato.

Ccee: “La speranza in Europa è ancora possibile”
È on line sul sito del Consiglio delle Conferenze episcopali d’Europa (www.ccee.eu) la pubblicazione “Ecclesia in Europa 2015”, raccolta di notizie e informazioni sugli scorsi 12 mesi di attività di conferenze episcopali e istituzioni della Chiesa cattolica in Europa (Ccee, Commissione degli episcopati della comunità europea e Missione permanente della Santa Sede presso il Consiglio d’Europa). Le 127 pagine in italiano e inglese sono strumento per “rispondere all’esigenza d’informazione dei vescovi in Europa” precisa mons. Duarte da Cunha, segretario generale Ccee nella nota che ne annuncia l’uscita. Sono pagine in cui è altresì possibile vedere che la Chiesa europea, “pur nella diversità delle realtà e delle situazioni in cui opera, e delle questioni che deve affrontare, si presenta come una”, aggiunge padre da Cunha, “unita oltre le frontiere economiche, politiche o culturali”. Questo “rapporto annuale della Chiesa in Europa”, sintetizza l’editoriale intitolato “la speranza in Europa è possibile”, mette in evidenza che “i cristiani sono vivi” e che in “molti luoghi la testimonianza delle comunità è vibrante”.

Comece: su Europeinfos sicurezza e “Laudato si'”
Guarda in particolare ai temi di politica estera dell’Ue il nuovo numero di Europeinfos, il mensile d’informazione della Commissione degli episcopati della Comunità europea (Comece), che dopo la pausa estiva ritorna on line oggi, in tre lingue (http://www.europe-infos.eu). Oltre all’editoriale dedicato alla questione attualissima dei popoli che bussano alle porte dell’Europa, i vescovi europei, attraverso la firma di Stefan Lunte, segretario di Justitia et Pax Europa oltre che collaboratore Comece, incoraggiano una “politica di sicurezza e difesa comune”, e la “proposta di creare una unione europea della difesa” attraverso la definizione di “una cooperazione strutturata permanente”, da più parti invocata e ora affidata allo studio dell’alto commissario Mogherini. Per altro verso Europeinfos torna a parlare di politiche europee di vicinato, anch’esse in fase di revisione, facendo appello alla necessità di definirle in una “dimensione umana”, attraverso un “processo di dialogo inclusivo” perché arrivino a comprendere “tutti i livelli della società”. Non mancano anche in questo numero gli approfondimenti in vista del summit ambientale di Parigi, con il racconto del pellegrinaggio in corso Flensburg-Parigi e una nuova riflessione sull’enciclica “Laudato si'” che prende le mosse dalle critiche rivolte a Papa Francesco da alcuni settori del cattolicesimo (americano e australiano in particolare) di essere un “populista ambientale”.