SPAGNA
Il messaggio emerso dall’Assemblea della Hermandad Obrera de Acción Católica. La Chiesa “nelle periferie del mondo operaio”
La Hoac (Hermandad Obrera de Acción Católica – Fraternità operaia di Azione cattolica) ha organizzato, in questo mese di agosto, a Segovia, in Spagna, la sua XIII Assemblea generale, che ha avuto per tema “Costruendo la Chiesa nelle periferie del mondo operaio. Giustizia, lavoro degno e solidarietà”, alla quale hanno partecipato 950 persone, tra soci, simpatizzanti, accompagnatori e ospiti. Sono intervenuti, tra gli altri, il presidente della Conferenza episcopale spagnola (Cee), il cardinale Ricardo Blázquez; il vescovo responsabile dell’Azione cattolica spagnola, monsignor Carlos M. Escribano, il vescovo responsabile della Pastorale operaia, monsignor Antonio Algora, i vescovi di Bilbao, monsignor Mario Iceta, e di Coria-Cáceres, monsignor Francisco Cerro. Durante l’Assemblea sono stati stabiliti gli obiettivi e gli impegni dei prossimi sei anni dell’Hoac.
Società sempre più diseguale. “Uomini e donne dell’Hoac – si legge nella nota finale dell’Assemblea – siamo d’accordo a continuare a vivere in comunione con i lavoratori più precari ed esclusi del mondo operaio e del lavoro. Conosciamo e condividiamo le loro sofferenze. La Hoac è unita alle loro vite e alle loro lotte (anche con le organizzazioni operaie e sociali) per costruire insieme una nuova società dove il lavoro sia degno e dove possiamo vivere come una vera comunità”. Negli ultimi anni, denuncia la Fraternità, “abbiamo visto come l’ingiustizia e la disuguaglianza siano andate crescendo e abbiamo visto che le conseguenze sono sofferenza e disumanizzazione; perdita di diritti sociali e lavorativi delle persone, delle famiglie e dei popoli; precarizzazione delle condizioni di lavoro e della vita dei lavoratori; scarto delle vite umane e negazione della dignità della persona a partire dalla logica del capitale che fa male, ferisce e uccide; tagli ai diritti pubblici e rivendicazione delle persone e dei gruppi che stanno maggiormente soffrendo questa situazione”. Queste, secondo l’Hoac, “sono le periferie del mondo operaio alle quali, ora più che mai, ci sentiamo inviati. E, dato che la realtà del nostro mondo non ci risulta indifferente, nella Hoac vogliamo continuare a fare passi avanti per convertirci a Gesù ed essere Chiesa, Azione cattolica incarnata nel mondo operaio e del lavoro”.
Alcuni obiettivi. “Vogliamo continuare a vivere la comunione di beni, vita e azione con i poveri, concretizzando ciò in alcune proposte”, sostiene la Hoac. In particolare, la Fraternità si prefigge di “accompagnare la vita delle persone e collaborare con loro affinché ci siano le condizioni per vivere la nostra umanità in maniera piena” e “di collaborare per un cambio di mentalità”. E ancora l’Hoac vuole “collaborare al cambio delle istituzioni affinché siano molto più al servizio delle necessità delle persone, soprattutto di quelle più povere” e “aiutare a costruire esperienze alternative al modo di essere e lavorare che esprimano e costruiscano la nuova mentalità di cui abbiamo bisogno”. “Crediamo – sostiene la Fraternità – che sia giunto il momento di rafforzare, con nuovo entusiasmo, il nostro impegno per portare la Buona Novella, la gioia del Vangelo, al mondo del lavoro: gli appartiene”.
Quattro risoluzioni. L’Hoac ha approvato quattro risoluzioni che vogliono dar voce a una Chiesa impegnata a favore di chi soffre: “Per un’Europa dei lavoratori e delle lavoratrici”; “Un reddito per vivere con dignità”; “In favore dei migranti. No ai Centri di internamento per stranieri Cies”; “Donne con fame e sete di giustizia”. I fondi raccolti durante le collette delle messe sono stati destinati a quattro progetti per potenziare un impiego degno e l’inclusione lavorativa, in Spagna e anche in Bolivia. “Rinnovati nell’incontro personale e comunitario con Cristo e gioiosi di comunicare la speranza del Vangelo – prosegue la nota finale dell’Assemblea -, abbiamo celebrato la Eucaristia nella cattedrale di Segovia e abbiamo riempito Plaza Mayor per chiedere pubblicamente ‘#trabajodigno’ (lavoro degno) e denunciare la precarietà lavorativa che soffre la classe lavoratrice nel nostro Paese e che oggi rende difficile la vita personale, familiare e sociale”. Nel suo impegno l’Hoac si sente accompagnata da Gesù, “l’operaio di Nazareth”, e chiamata a “costruire la Chiesa nelle periferie del mondo operaio”.