“Ero a Lourdes con un pellegrinaggio quando ricevetti la telefonata che mi avvertiva di quanto era accaduto. Rientrato precipitosamente a Rieti, mi sono subito recato ad Amatrice e mi sono reso conto della tragedia che si era consumata e che qualcosa era definitivamente cambiato. Davanti a me ho ancora le immagini di una situazione caotica e soprattutto tanti volti che in questo anno poi mi sono diventati familiari, persone visibilmente distrutte. Eravamo tutti senza parole”. Così mons. Domenico Pompili, vescovo di Rieti, ricorda i primi momenti del sisma delle 3.36 del 24 agosto di un anno fa, magnitudo 6.0 sulla scala Ricther, che ha distrutto Amatrice, Accumoli e tanti altri paesi e città del Centro Italia, provocando nel solo borgo dei Monti della Laga 249 vittime, oggi ricordate nel memoriale realizzato nel centro del parco cittadino “Don Minozzi”. Dodici mesi nei quali non sono mancate solidarietà e vicinanza ma anche tante difficoltà con la ricostruzione che arranca in mezzo a burocrazia, ritardi e malaffare. Ma la speranza non cede il passo come ribadisce al Sir il vescovo.