“Dopo tanti lunghi anni, siamo oggi qui, per pregare e ritrovarci come Chiesa santa di Dio”. Lo ha detto l’arcivescovo di Agrigento, il card. Francesco Montenegro, nell’omelia della messa celebrata ieri sera in occasione della riapertura della cattedrale dopo 8 anni. Il porporato non ha nascosto che la struttura “resta ancora una mamma malata”, nonostante si augura che “riaverla significa che almeno sia uscita in maniera definitiva dal coma”. Il card. Montenegro ha ribadito che in questi anni a volte la speranza “sembrava sbiadirsi e addirittura spegnersi” a causa di “atteggiamenti non sempre interpretabili, delle molte deludenti e insincere parole e delle tante vuote e finte promesse”, riferendosi alla politica e alla burocrazia. Montenegro ha poi segnalato che i lavori comunque continueranno, nonostante la riapertura della chiesa madre agrigentina; “Si deve completare la messa in sicurezza dell’edificio, poi dovrebbe iniziare il rinsaldamento della collina e infine ci vorrà il restauro finale dell’edificio”. Continuando la sua omelia, l’arcivescovo ha definito il giorno di oggi “un momento fortemente desiderato, non tanto perché c’era l’urgenza di riaprire una chiesa, ma perché volevamo questa chiesa, la nostra cattedrale”. Infine, l’invito ai fedeli a essere “fieri, riconoscenti e gioiosi di essere tutti noi protagonisti di una lunga storia di fede, orgogliosi e consapevoli della nostra identità, delle nostre radici”.