PRIMA DEI DISABILI ‚ NECESSARIO AIUTARE GLI STESSI EDUCATORI A PRENDERE COSCIENZA DELLE LORO

in grado n‚ di leggere n‚ di interpretare”.CONVINZIONI MORALI E VALUTARE QUANTA COMPRENSIONE HANNO DELLE REALI POSSIBILIT… DI CRESCITA DI OGNI SOGGETTO DISABILE FISICO LORO AFFIDATO. Lo dice Alda Pellegri, neuropsichiatra infantile, relatrice al seminario di studio su “L’educazione della coscienza morale e le persone disabili”, organizzato a Roma dall’Ufficio Catechistico Nazionale della Cei il 27 e 28 gennaio. “Un primo atto educativo – spiega la Pellegri – Š quello di far capire ad ogni bambino la differenza tra ci• che Š buono e ci• che Š saggio: un bambino non Š buono se mangia, se si lava, si veste, studia, Š unicamente ‘saggio’ perch‚ tutto questo serve a lui. Un bambino Š buono quando Š capace di servizio, di attenzione agli altri, di rispetto e di costanza in ci• che fa; al contrario non Š buono quando rompe l’armonia del gruppo, pretende attenzione, provoca e non rispetta la libert… degli altri. Tutto questo va insegnato”.”Occorre poi ricordare – conclude la Pellegri – che i disabili intelligenti sanno pensare e, costretti dal loro handicap a tempi lunghi, hanno acquisito la ‘saggezza della carrozzina’, che permette loro di guardare con bonariet…, ma anche in modo critico, i “normali” che corrono”.