Le domande sul senso della vita “sono domande umane e invano la cultura oggi dominante le snobba altezzosamente e cerca di censurarle”. E’ quanto il cardinale Giacomo Biffi ha detto oggi agli studenti, ai docenti e al personale amministrativo dell’Università di Bologna nella Santa in occasione dell’inizio dell’anno accademico. “Se uno non rinuncia a pensare, rassegnandosi a una specie di suicidio intellettuale, fatalmente – afferma il cardinale – si imbatte in questo problema”. Gli interrogativi circa il proprio destino, la presenza del male e la morte, si fanno impellenti e “non ci è dato trovare risposte appaganti – prosegue l’arcivescovo – se non uscendo da noi stessi per arrivare a qualcosa o Qualcuno che sta sopra di noi”. E’ questo il motivo per cui “da molti si nega che sia necessaria, o utile, o anche solo legittima questa elementare investigazione. Ma questa – sottolinea il card. Biffi – a ben guardare, è una prepotenza ideologica: uno può rispondere come vuole e come gli riesce, ma non ha il diritto di proibire a nessuno che la domanda sia posta”. L’arcivescovo fa notare agli studenti come “l’uomo, col suo stesso esistere, è una domanda, ma non è una risposta. Chiede, cerca, indaga, ma dentro di sé non riesce a trovare”. “Se la risposta in assoluto non ci fosse – ha proseguito il card. Biffi – l’uomo sarebbe la creatura più contraddittoria e sventurata”. Ma la risposta c’è. Accade però che “nella bella confusione che caratterizza il nostro tempo e la nostra cultura dice l’arcivescovo – le certezze vitali, inconfondibili che il Signore ci dona nell’atto di fede, appaiono frammiste, senza spicco, in mezzo alla caterva dei pareri contrastanti ed effimeri, enunciati a gran voce da mille cattedre”.